La coalizione Ursula non è una chimera, un’uscita propagandistica inevitabile, da parte di chi vuole riportare Mario Draghi a Palazzo Chigi. Per il Terzo Polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi è semplicemente “quello che accadrà”. Calenda vede questa prospettiva all’orizzonte dopo il voto del 25 settembre, ed è convinto che non sia estranea neppure a Silvio Berlusconi e, forse, a Matteo Salvini, e certamente appartiene a Enrico Letta e al Pd.
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È vero che con i “se” non si fa la storia, ma se “la vittoria del centrodestra è scarsa”, o comunque assai meno netta di quella che i sondaggi oggi descrivono come una marcia trionfale, allora saranno proprio il leader di Forza Italia e magari anche la Lega o una parte dei leghisti “a preferire Draghi aGiorgia Meloni”. Parola di Calenda. Per il leader terzopolista il ragionamento è semplice: “Una coalizione Ursula sarà inevitabile per le tensioni finanziarie esterne, internazionali e per le tensioni politiche interne dello stesso centrodestra”. Dal canto suo Renzi ne fa la posta in gioco della campagna elettorale: ogni voto al Terzo Polo è sottratto aMeloni. Ovviamente il ticket Calenda-Renzidovrebbe avere un risultato a due cifre del 10% almeno, immaginando che siano voti nella quasi totalità sottratti al centrodestra. E poi ci sono leghisti, come il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, che al governo con Draghi ci stanno e avrebbero voluto continuare a starci.
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“Di maggioranza Ursula parlo da 300 anni, se c’è da lavorare con il Pd … Non è che disistimo le persone perché non ci vado più d’accordo e quindi penso che dovremmo arrivare a una larga coalizione di partiti europeisti, in questo momentoAndrea OrlandoeGiorgettistanno governando insieme”, è la scommessa che Calenda ha lanciato l’altra sera in tv.Le simulazioni dei sondaggisti tuttavia allontanano lo “scenario Ursula”. Innanzitutto il Terzo Polo viene accreditato del 5% di consensi. Stima che Calenda contesta e twitta: “A proposito di sondaggi, a Roma ci davano al 5,9%, abbiamo preso il 19,8%”. Però YouTrend-Cattaneo Zanetto ha fatto proprio una stima dello scenario post elettorale con il Terzo Polo al 10% e che tolga voti alla destra. Il centrodestra sembra favorito per la conquista della maggioranza nei collegi, poiché la situazione attuale vede 114 collegi con una tendenza verso il centrodestra alla Camera e 57 al Senato, ma fino a 14 alla Camera e 8 al Senato sarebbero i seggi contendibili, sempre che almeno 4 punti dei terzopolisti sia sottratto alla destra. SecondoLorenzo Pregliasco, fondatore di YouTrend, a tornare contendibili sarebbero i collegi nel Sud oltre che nell’hinterland delle grandi città. Secondo questa simulazione, contendibili sarebbero per la Camera Potenza, Parma, Rimini, Trieste, Roma-Municipio X, Cologno Monzese, Sesto San Giovanni, Pesaro, Bari, Cagliari, Nuoro, Palermo Settecannoli, Trento, Aosta. Mentre per il Senato la partita tornerebbe aperta a Potenza, Giugliano in Campania, Roma Municipio V, Genova Ponente, Bari, Prato, Rovereto, Aosta. Però se il centrodestra è forte come mostrano tuttora i sondaggi e il centrosinistra fragile, è difficile immaginare la “strada Ursula”. Federico Fornaro, capogruppo di Articolo uno, esperto di sistemi elettorali, traduce in seggi i voti. Una potenziale maggioranza ballerina si creerebbe al Senato per effetto del taglio dei parlamentari da 315 a 200 senatori. Quindi se il centrodestra avesse il 55% (110 senatori) e il centrosinistra il 45% , tenuto conto che la maggioranza è di 101, le fibrillazioni sarebbero dietro l’angolo con effetti amplificati di malumori e scontri. “Calenda issa la bandiera Ursula solo per attrarre voti”, premette Fornaro. E il demEnrico Borghitaglia corto: “Vorrei ricordare che la maggioranza Ursula coinvolge anche i grillini. Calenda ha cambiato di nuovo idea?”.
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