Biden a Putin: “Non usi l’atomica”. Tensione nucleare Russia-Usa, cosa sappiamo

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New York –  Con i successi militari dell’Ucraina, Putin è stato imbarazzato e spinto in un angolo. Se considerasse di usare armi chimiche o nucleari – chiede il giornalista della trasmissione “60 Minutes” Scott Pelley – cosa gli direbbe? “Non farlo – risponde Biden – perché così il volto del conflitto cambierebbe come non accadeva dalla Seconda guerra mondiale”. Pelly allora lo incalza: quali sarebbero le conseguenze? “Ovviamente non le dico. Ma sarebbe consequenziale. Diventerebbe ancora di più paria nel mondo, e in base alle dimensioni determineremmo la risposta”.

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di Natasha Caragnano

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Nessun allarme dell’intelligence

Il presidente ha evocato lo spettro nucleare perché il giornalista glielo ha chiesto, non per lanciare l’allarme sulla base di nuove informazioni d’intelligence. Però, come ha spiegato a Repubblica l’ex capo di Cia e Pentagono Panetta, “è un’ipotesi che non si può escludere. Putin è in un angolo, e davanti al pericolo di perdere tutto non sappiamo come potrebbe reagire”. Il portavoce del Cremlino, Peskov, ha sollecitato Biden a leggere “la nostra dottrina, è tutto scritto lì”. Ma la dottrina di Mosca prevede l’uso di armi nucleari tattiche solo in caso di aggressioni che mettano a repentaglio “l’esistenza, la sovranità e l’integrità territoriale dello Stato”. Finora chi ha aggredito un paese vicino minacciando la sua esistenza è stata la Russia, e gli ucraini si stanno difendendo nei loro confini, a meno che Mosca non voglia sfruttare le esplosioni a Belgorod o incidenti creati ad arte per giustificare la risposta con le armi atomiche.

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11 Settembre 2022

Il vantaggio solo numerico

La Russia ha più testate degli Usa, ma il suo vantaggio numerico svanisce quando si entra nei dettagli dell’operatività e delle alleanze. E questo vale anche per le armi atomiche non strategiche di teatro, quelle a cui si riferiva Biden, perché nessuno vuole considerare seriamente la possibilità che la follia di Putin si spinga all’ipotesi di uno scontro aperto su scala planetaria, a cui l’intero genere umano non sopravviverebbe.

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dal nostro inviato Daniele Raineri

12 Settembre 2022

Secondo i dati pubblicati dalla Federation of American Scientists, il numero complessivo delle testate nucleari esistenti al mondo è sceso a circa 12.700. Una riduzione molto significativa rispetto ai picchi della Guerra Fredda, quando ad esempio i soli Stati Uniti ne avevano oltre 31.000 poco dopo la crisi dei missili a Cuba, ma comunque una quantità sufficiente a distruggere la Terra, considerando anche il significativo aumento della loro potenza rispetto a quelle esplose a Hiroshima e Nagasaki.

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di Gianluca Di Feo

20 Giugno 2022

La distribuzione nel mondo

La Fas stima che la Russia ha 5.977 bombe, da Mosca alla Siberia, seguita dagli Usa con 5.428, Cina 350, Francia 290, Regno Unito 225, Pakistan 165, India 160, Israele 90 e Corea del Nord 20. Di queste 9.440 sono negli arsenali, ma quelle davvero “deployed”, ossia pronte all’uso sui missili e nelle basi aerei, sono 3.730. Lo United Nations Institute for Disarmament Research (Unidir) stima che le testate in “high alert”, che potrebbero essere lanciate in ogni istante, sono 1.940 in totale. Le rimanenti, quindi oltre 3.200, sono nei depositi in via di smantellamento. Sommando le bombe di Washington, Londra, Parigi e quelle israeliane in realtà mai dichiarate, il totale sale a 6.033. Quindi il blocco occidentale supera la Russia, a meno di supporre che Cina, India, Pakistan e Corea del Nord non siano disposte a mettere le loro armi a disposizione di Mosca.

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dal nostro corrispondente Gianluca Modolo

09 Settembre 2022

Gli ostacoli di Mosca

La situazione si complica per il Cremlino quando si scende nei dettagli operativi. Il primo dubbio riguarda l’efficienza e la modernità del suo arsenale, perché in generale le forze armate di Mosca non hanno dato una grande prova di funzionalità in Ucraina, e pure prima che le sanzioni economiche le privassero di fondamentali forniture tecnologiche non sembravano all’avanguardia nella manutenzione. Il secondo problema sta nei numeri. La Russia infatti ha 1.588 testate “deployed”, mentre quelle americane sono 1.644, a cui vanno aggiunte le 280 francesi e le 120 britanniche. Washington poi ha 100 bombe non strategiche di teatro già schierate, mentre Mosca non ne ha alcuna. Questo non solo dà un vantaggio immediato all’alleanza occidentale, ma aiuta l’intelligence a capire se Putin medita di usarle, perché noterebbe i preparativi necessari ad attivarle. Finora non ci sono stati segnali di questo genere, e ciò lascia supporre che l’eventuale impiego non possa essere imminente.©RIPRODUZIONE RISERVATA

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