La fuga di gas da Nord Stream, Mosca accusa gli Usa: “Biden l’aveva minacciato”

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BERLINO – Mosca al contrattacco su Nord Stream. “Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden deve dire se gli Stati Uniti sono o meno responsabili delle fughe di gas rilevate dai gasdotti Nord Stream 1 e 2 nel Mar Baltico”. Lo scrive su Telegram la portavoce della diplomazia russa Maria Zakharova, spiegando che il presidente americano “è obbligato a rispondere alla domanda”. Il riferimento è a una dichiarazione di Biden di inizio febbraio secondo cui Washington avrebbe “messo fine” a Nord Stream 2 se Mosca fosse intervenuta militarmente in Ucraina. Sul suo canale Telegram, Zakharova posta il video di una conferenza stampa tenuta da Biden prima dell’inizio dell’operazione militare russa in Ucraina. “Se la Russia invaderà l’Ucraina – afferma il presidente Usa – non ci sarà più un Nord Stream 2. Vi metteremo fine”. Alla domanda di una giornalista come gli Stati Uniti potranno farlo, Biden risponde: “Le assicuro che saremo in grado di farlo”. “Joe Biden – scrive la portavoce del ministero degli Esteri russo – è obbligato a rispondere alla domanda se gli Stati Uniti d’America hanno realizzato la loro minaccia il 25 e 26 settembre 2022”.

Sabotaggio Nord Stream: dall’energia a Internet, quelle reti sottomarine facile obiettivo di Mosca

di Gianluca Di Feo

27 Settembre 2022

In Europa si annunciano indagini approfondite sulle falle che si sono aperte in Nord Stream 1 e 2 e che inequivicabilmente secondo gli esperti sono frutto di atti deliberati. La Russia si è detta pronta a considerare le richieste per un’indagine congiunta se arriveranno dai Paesi europei. Lo ha affermato il viceministro degli Esteri russo Alexander Grushko, come riporta Ria Novosti. “Se ci sono appelli, li prenderemo in considerazione. Per quanto ne so, non ce ne sono stati”, ha detto Grushko. Mosca chiederà una riunione del Consiglio di sicurezza, hanno fatto sapere fonti diplomatiche.

In cima alle preoccupazioni dell’Unione Europea ora è la necessità di garantire la sicurezza delle infrastrutture. “Abbiamo già rafforzato le misure per le infrastrutture critiche” e la nuova regolamentazione concordata “prima dell’estate verrà ora attuata. Sono elementi che dovranno essere esaminati alla luce degli ultimi eventi”, ha detto il commissario europeo alla Giustizia, Didier Reynders, durante una conferenza stampa, parlando dei piani di Bruxelles per rafforzare la sicurezza delle infrastrutture energetiche dopo le esplosioni ai gasdotti Nord Stream. “Ho discusso il sabotaggio dei gasdotti North Stream con il ministro della Difesa Morten Bodskov del nostro prezioso alleato Danimarca: abbiamo affrontato il tema della protezione delle infrastrutture critiche nei Paesi Nato”. Lo scrive su Twitter il segretario generale Jens Stoltenberg

Le tre perdite individuate da lunedì si trovano nel Mar Baltico, al largo dell’isola danese di Bornholm, tra la Svezia meridionale e la Polonia. Un’area altamente sorvegliata per decenni, ma in acque territoriali internazionali dove tutti possono circolare.

“Danneggiare due gasdotti in fondo al mare è un evento importante, quindi è probabile che a farlo sia stato un attore statale”, osserva Lion Hirth, professore alla Hertie School di Berlino, respingendo implicitamente l’atto terroristico. L’area è “perfettamente adatta ai sottomarini”, ha detto all’AFP un alto funzionario militare francese, citando l’opzione di nuotatori da combattimento inviati a disporre l’esplosivo, o quella di un sottomarino drone. “Il drone parte da un sottomarino che può stare a diverse miglia nautiche dal punto di destinazione. Lascia cadere la sua mina-drone, che naviga a una decina di nodi, vicino al fondo”, spiega. “L’obiettivo è fisso, quindi non è molto complicato.” L’ipotesi del siluro, invece, utile piuttosto per un bersaglio mobile, è  meno plausibile. L’esplosione “corrisponde a diverse centinaia di chili di tritolo equivalente”, precisa.

Nord Stream, esplosioni e fuga di gas: accuse reciproche di sabotaggio

di Luca Pagni

27 Settembre 2022

L’istituto sismologico norvegese NORSAR, specializzato nel rilevamento di terremoti ed esplosioni nucleari, ha stimato la seconda detonazione come equivalente all’esplosione di 700 chili di tritolo. Le cancellerie puntano il dito contro Mosca, che di per sé non esclude “alcuna ipotesi” e ricorda che il gas che fuoriesce dai gasdotti le appartiene.

“Il Mar Baltico è confinato e poco profondo e quasi ogni movimento è tracciato e osservato dagli stati costieri e dalle loro navi”, osserva Julian Pawlak, dell’Università Helmut Schmidt di Amburgo. “Navi e sottomarini sono in grado di schierare subacquei da combattimento nascosti lì” e altri veicoli subacquei guidati a distanza. Ma nulla è impossibile per un esercito esperto nell’arte delle operazioni clandestine. “Si chiama operazione speciale navale. Non è facile ma è fattibile”, riassume la fonte militare francese. “Sembra qualcosa di ben coordinato e ben preparato.” Potrebbe volerci del tempo prima che la verità emerga in modo credibile. Alcuni analisti osservano a questo proposito che la vaghezza avvantaggia molti giocatori. “Resta da vedere chi è il responsabile dell’operazione”, aggiunge questa fonte militare. “Altri paesi hanno interesse che questa pipeline non possa mai più funzionare”. Gli oppositori del Nord Stream 2 sono numerosi da anni, gli Stati Uniti in testa. 

I servizi segreti tedeschi ritengono che i gasdotti Nord Stream 1 e 2, dopo le esplosioni che hanno provocato le fughe di gas, potrebbero finire definitivamente fuori servizio: lo riferisce Tagesspiegel, che sostiene di averlo appreso da fonti governative. Il rischio, se non vengono riparati rapidamente, e’ che entri troppa acqua salata e corroda in maniera irreversibile le tubazioni.

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