NAPOLI – Sono diventate sei (tra campionato e Champions) le vittorie consecutive del Napoli, che si è imposto (3-1) sul Torino allo stadio Maradona grazie alla doppietta di Anguissa e al quinto gol in Serie A di Kvaratskhelia. Il risultato è stato confezionato nel finale del primo tempo da Sanabria e non è cambiato più, anche se la partita è rimasta viva e combattuta pure nella ripresa, con gli azzurri meno brillanti e più equilibrio in campo. Ma la capolista aveva già messo al sicuro i preziosi tre punti.
La sosta del campionato non ha tolto elettricità e concentrazione al Napoli, che si è ripresentato nell’anticipo pomeridiano al Maradona contro il Torino con il piglio energico del capo della classe, esibendo la stessa solidità con cui gli azzurri avevano fatto percorso netto (5 vittorie di fila tra Serie A e Champions) nel mese di settembre. Merito in primis delle scelte effettuate da Spalletti, che ha rinviato il turn over e usato Raspadori come testa di ponte per favorire gli inserimenti dei centrocampisti, abili a loro volta a infilarsi nelle maglie molto meno strette del solito del bunker di Juric. La mossa ha funzionato in maniera perfetta e ne è dunque venuta fuori una partita a lungo a senso unico, subito indirizzata dalla doppietta prepotente di Anguissa in una manciata di minuti. Il mediano del Camerun ha infatti prima sbloccato il risultato con un gran colpo di testa su cross di Mario Rui (6’) e poi trovato il raddoppio al termine di una lunga cavalcata personale, conclusa con un rasoterra (12’) che non ha lasciato scampo a Milinkovic-Savic.
Enormi gli spazi lasciati nella loro metà campo dai difensori granata, in palese difficoltà nella gestione delle marcature a uomo per la mancanza di punti di riferimento, specialmente nella zona centrale dell’area di rigore. Zielinski ha sfiorato il tris in un paio di occasioni e pure Rrahmani c’è andato vicino con un bel colpo di testa, quasi senza trovare opposizione. Il terzo gol è arrivato di conseguenza quasi in modo fisiologico e a firmarlo è stato il solito Kvaratskhelia, inseguito invano (37’) per una quarantina di metri dal malcapitato Lukik, dopo un disimpegno sbagliato di Djidji. Anche l’attaccante georgiano ha potuto affondare la sua lama nel burro, approfittando dell’ennesimo sbandamento del reparto arretrato avversario, incapace di trovare le contromisure necessarie per limitare i danni. I granata se la solo invece cavata meglio dalla cintola in su e – dopo una bella parata di Meret su Vlasic – sono riusciti ad accorciare le distanze poco prima dell’intervallo con una rete in mischia di Sanabria (44′). Distratto nell’occasione Kim, che era stato premiato come miglior giocatore del mese dalla Lega prima del fischio d’inizio. Il coreano ha pagato dazio al jet lag per la lunga trasferta in Nazionale e per poco Sanabria non ha trovato il modo di riaprire clamorosamente la gara nel primo minuto di recupero, con un colpo di testa fuori di un soffio.
Ci ha messo del suo adagiandosi sul largo vantaggio anche il Napoli, un po’ appagato per la partenza a razzo. Ma il Torino ha avuto il merito di reagire e dopo l’intervallo si è reso pericoloso di nuovo con un tiro dalla distanza di Rodriguez (3′), a lato di poco. E’ bastato tuttavia il richiamo dalla panchina di Spalletti per rianimare gli azzurri, minacciosi a loro volta con Raspadori e Politano. Poi sono entrati Simeone e Ndombele (al posto di Raspadori e Zielinski) e l’inerzia della partita è ritornata nelle mani della capolista, che peraltro ha dato a tratti la sensazione di tirare un po’ il freno, pensando alla trasferta di martedì ad Amsterdam sul campo dell’Ajax, in Champions League. La sfida si è riaccesa intorno alla mezzora per una spropositata reazione di Juric, che ha quasi cercato il contatto con il quarto uomo e si è fatto espellere per un fallo non fischiato su Singo. Spigoloso e nervoso il finale, con tanti duelli al limite del regolamento e parecchio lavoro per l’arbitro Massimi. I granata sono riusciti a portare la gara sui binari della lotta, come forse era nei loro piani al Maradona dall’inizio. Meret è stato però a respingere con una bella parata l’ultimo assalto di Radonjic (40′) e ha messo il sigillo definitivo sulla vittoria dei suoi, mentre dall’altra parte Milinkovic-Savic ha negato il poker a Lozano. Poi la festa dei 40 mila.