Gas, Eni pronta a pagare per sbloccare la fornitura dall’Austria. Ancora fermi i flussi russi

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MILANO – L’Eni è pronta a intervenire per sbloccare la fornitura di gas dall’Austria. Lo ha chiarito oggi l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi interpellato a margine dell’Eni award 2022. “Stiamo vedendo se possiamo subentrare o al trasportatore o a Gazprom, che non ha pagato 20 milioni di euro di garanzia al trasportatore che deve portare il gas dall’Austria all’Italia”, ha detto Descalzi a proposito dell’interruzione da sabato scorso della fornitura di gas proveniente dalla Russia e destinato all’Italia, e bloccato in Austria.Il manager ha quindi precisato che il blocco “non è dovuto assolutamente a motivi geopolitici” ma al fatto che Gazprom “avrebbe dovuto pagare una garanzia monetaria per il passaggio di gas al trasportatore austriaco che porta il gas in Italiae che prima non c’era”.

Intanto restano ancora bloccati i flussi di gas dalla Russia verso l’Italia, per il terzo giorno consecutivo: non ne arriva al punto d’accesso del Tarvisio. Una notizia che per il momento, almeno all’hub europeo di Amsterdam, non sta dando segnali di sconvolgimento sul prezzo. che anzi prosegue la sua discesa sotto i 180 euro: il mercato pare avere digerito l’assenza di gas russo, da venerdì il prezzo scende e sul Ttf le quotazioni cedono anche oggi il 6,5%, poco sotto i 177 euro al megawattora. Leggermente più basso, intorno ai 140 euro, il costo al Psv italiano: lo spread si è comunque ridotto sensibilmente rispetto ai giorni scorsi, quando aveva indotto un forte export di combustibile fuori dall’Italia.

Gas, la Russia azzera le forniture all’Italia. Tutti i rischi per il prossimo inverno

di Luca Pagni

01 Ottobre 2022

L’Europa è al lavoro per trovare una soluzione alla crisi energetica, che finora ha portato a un piano di risparmi e all’introduzione di misure per separare – di fatto, imponendo un tetto ai ricavi – la formazione del prezzo dell’energia elettrica tra gas e altre fonti. Ma sul tetto al prezzo delle importazioni di combustibile è rimasta la frattura tra le cancellerie. Il ministro Cingolani, ancora domenica, rivendicava però quanto fatto e segnalava che, anzi, ulteriori passi sul price cap sono attesi. Proprio dall’Italia, infatti, è in arrivo nelle prossime ore una proposta per ridurre il prezzo del gas: l’obiettivo dichiarato è portare al prossimo vertice dei capi di Stato e di governo di Praga (il 6 e 7 ottobre) “una decina di linee concordate”. La strada più concreta, ha aggiunto, è quella di “indicizzare il prezzo del gas aggacciandolo a Borse un pò più stabili” rispetto al Ttf, “che non ha nulla a che vedere con la situazione reale e con i meccanismi di domanda offerta”. “E’ il momento per un indice europeo che sia più veritiero”, ha aggiunto.

L’alert dell’Aie: senza gas russo, stoccaggi sotto il 20% a febbraio

Che la tensione resti elevata è certificato anche dal rapporto trimestrale dell’Agenzia internazionale dell’energia, secondo il quale le misure di risparmio di gas in Europa saranno “cruciali” quest’inverno per mantenere le scorte a livelli sufficienti nel caso di un taglio totale del gas russo e di un'”ondata di freddo tardiva”. Grazie a questa strategia di diversificazione, ha spiegato l’Agenzia, gli stoccaggi di gas erano pieni per quasi il 90% alla fine di settembre. Nel suo rapporto, l’Agenzia ha messo in guardia l’Europa sulle conseguenze, già quest’inverno e il prossimo anno, di un possibile taglio totale del gas russo e ha elaborato le proiezioni invernali per le scorte “nell’ipotesi di un arresto completo delle forniture russe a partire dal 1 novembre” e in funzione delle forniture di Gnl, una risorsa che è ora oggetto di “concorrenza globale”.

Crisi energetica: come affronteremo l’inverno

Il ragionamento dell’Aie è che in assenza di risparmi lo stop alla fornitura russa continuerebbe a esser un problema, nonostante gli sforzi di trovare forniture alternative fin qui compiuti dai diversi Paesi, Italia in testa. “Senza una riduzione della domanda di gas e se la fornitura russa venisse completamente interrotta, gli stoccaggi sarebbero pieni per meno del 20% a febbraio, ipotizzando un alto livello di fornitura di Gnl” e “vicini al 5% in caso di bassa fornitura di Gnl”, avverte l’Aie. Un crollo delle scorte a tali livelli “aumenterebbe il rischio di interruzione dell’approvvigionamento in caso di un’ondata di freddo tardivo”, sottolinea ancora l’Agenzia. Per scongiurare questo scenario, l’Aie ritiene quindi che l’Europa dovrà osservare misure di risparmio “cruciali” per “mantenere le scorte a livelli adeguati fino alla fine della stagione di riscaldamento”.

Secondo le sue proiezioni, una riduzione invernale della domanda europea di gas di circa il 9% rispetto alla media degli ultimi cinque anni “sarebbe necessaria per mantenere questi livelli di stock al di sopra del 25%” in caso di minori afflussi di Gnl. Inoltre, la domanda europea di gas dovrebbe diminuire del 13% rispetto alla media quinquennale “per mantenere i livelli di stoccaggio al di sopra del 33%” in caso di bassi afflussi di Gnl.

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