Lo stop di Bonomi a Salvini: “Non possiamo permetterci follie su flat tax e pensioni”

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ROMA – “Non possiamo permetterci immaginifiche flat tax. Non possiamo permetterci nuovi strumenti di prepensionamento. Non si possono ammettere follie per evitare l’incontrollata crescita di debito e deficit”. Dal palco di Confindustria Varese, le parole di Carlo Bonomi planano sui palazzi romani, dove la destra è alle prese con la formazione del governo. Il primo intervento post-voto del presidente degli industriali riceve trattamenti diversi nella maggioranza uscita dal 25 settembre. Matteo Salvini non si espone, ma la stizza della Lega è palpabile e affiora con le dichiarazioni in batteria di chi si occupa dei dossier economici nel Carroccio: Alberto Bagnai, Claudio Borghi, Federico Freni. Tutti a dire: “Niente follia, i cittadini ci hanno eletto per questo. Non fare la flat tax e tenersi la Fornero? No grazie”. Lo scontro è frontale.

Dentro FdI le reazioni sono diverse. I più, nel partito di Giorgia Meloni, vedono sintonia con le richieste degli industriali. Lo scudo di viale dell’Astronomia potrebbe giovare alla premier in pectore quando toccherà frenare le richieste degli alleati. Per Fratelli d’Italia, l’unico a parlare in chiaro è il responsabile del programma, il senatore Giovanbattista Fazzolari. Non si allinea in toto al discorso di Bonomi, ma fa capire che le sortite elettorali di Salvini e FI – flat tax al 15 o al 23%, subito quota 41 – non troveranno spazio, di sicuro non nella prossima manovra. “Il programma del centrodestra sulla flat tax è ben preciso”, spiega Fazzolari. Si parla di una flat tax soft, soltanto “sul reddito incrementale” e di “portare a 100 mila euro la flat tax per gli autonomi dagli attuali 65 mila euro. Nel programma non c’è scritto di più e sicuramente con la prima legge di bilancio non ci sarà di più”.

Dunque “nessun contrasto” con gli industriali. Altri, nel partito di Meloni, sono ancora più netti: “Con Confindustria c’è piena sintonia, è nell’interesse del Paese trovare subito risorse per le imprese e aumentare la produzione di gas”, commenta Massimiliano De Toma, deputato uscente che per FdI ha curato i rapporti col mondo dell’energia. Forza Italia minimizza: “Non è una bocciatura definitiva della flat tax”, dice Alessandro Cattaneo. Il Pd naturalmente soffia sulle crepe della destra: “Sono bandierine inapplicabili in questa fase”.

Bonomi comunque non schiera il partitone delle imprese. Confindustria “non tifa né per una parte né per l’altra”. Ma si augura che il nuovo governo nasca nei “tempi più rapidi possibile” e soprattutto “con ministri autorevoli e inappuntabili”. E anche qui, dentro FdI sorridono: danno ragione a Giorgia, quando chiede più tecnici. Energia e finanza pubblica, per il presidente degli industriali, sono le due emergenze su cui il nuovo governo deve intervenire con “serietà e responsabilità”. Dunque nessuno vuole “negare ai partiti di perseguire le promesse elettorali”, ma non si può andare dietro a “follie” e azzardi. Prima va salvato il “sistema industriale dalla crisi energetica”, perché migliaia di aziende “sono a rischio, insieme a centinaia di migliaia di posti di lavoro”. Tutte le risorse disponibili, escluse quelle per i “veri poveri”, dunque “vanno concentrate lì”.

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