MOSCA – Dopo la firma di sei accordi e la conferenza stampa, si smettono le giacche e si gioca a ping-pong. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il leader kazako Kassim Jomert Tokaev hanno sancito così la loro intesa a margine del Consiglio di cooperazione strategica tra le dorate stanze del Palazzo presidenziale di Akorda nella capitale kazaka, tornata al suo originale nome Astana dopo esser stata brevemente ribattezzata Nur-Sultan in onore dell’ex padre padrone del Paese, Nursultan Nazarbaev.
Si è trattato di una rivincita, anche se non è dato sapere chiesta da chi. I due leader avevano già giocato a tennis lo scorso maggio ad Ankara. Tokaev, del resto, notano i media kazaki, è stato presidente della Federazione di ping-pong del Kazakhstan per tredici anni. A condividere le foto dell’incontro sono stati i profili ufficiali del leader turco con tanto di emoji della racchetta.
Una diplomazia del ping-pong in versione centroasiatica che ricorda la visita nel 1971 della nazionale statunitense di ping-pong in Cina che aprì al disgelo tra Washington e Pechino sotto l’amministrazione Nixon. Cinquant’anni dopo lo sport è ancora strumento diplomatico.
“Continueremo a sostenere la stabilità, la pace, la sovranità e l’integrità territoriale del fratello Kazakhstan, che ha un profondo background storico ed esperienza statale”, ha detto Erdogan in quella che è sembrata un’allusione alle mire espansionistiche di Vladimir Putin. La Turchia del resto fu il primo Paese a riconoscere la dichiarazione d’indipendenza del Kazakhstan quando crollò l’Urss.