Lorenzo Fontana candidato alla presidenza della Camera: chi è il numero due della Lega

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Lorenzo Fontana, già vicepresidente della Camera, è il candidato per la terza carica dello Stato. Lo fa sapere una nota della Lega, mentre è in corso un incontro tra Matteo Salvini e i i suoi vice, Andrea Crippa, Giancarlo Giorgetti e lo stesso Fontana che è vicesegretario federale della Lega dal 26 febbraio 2016 e che nel 2018 era stato eletto alla Camera dei deputati.

Chi è Fontana

Fontana, classe 1980, laureato in Scienze politiche presso l’università di Padova. Giornalista pubblicista e militante sin da giovanissimo della Lega Nord, è considerato in Lega uno degli euroscettici.

Lorenzo Fontana, idee politiche sulla Famiglia

Il pensiero politico di Fontana in tema di famiglia sta tutto nel libro scritto a quattro mani con l’ex presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, prefazione di Salvini, il pensiero dell’ex ministro leghista su gay, aborto e famiglia: delega quest’ultima di cui si è dovuto occupare (insieme alla disabilità) nel governo Conte 1. La Culla vuota della civiltà. All’origine della crisi, questo il titolo del volume presentato il 14 febbraio 2018 a Verona (città di cui il leghista 38enne è stato fino a due mesi fa vicesindaco), è un manifesto contro le unioni omosessuali, la legge 194, la globalizzazione, i flussi migratori in grado di salvare l’Italia che non fa più figli e invecchia, le posizioni atlantiste. Summa del credo pro-life, e pro-Putin del già ministro della Repubblica. Arrivato persino a sostenere che la caduta dell’Impero Romano sia stata causata dalla scarsa natalità.

Idee peraltro di cui l’ex europarlamentare, classe 1980, eletto alla Camera il 4 marzo di quattro anni fa e subito divenutone il vicepresidente, non ha mai fatto mistero. “La famiglia naturale è sotto attacco. Vogliono dominarci e cancellare il nostro popolo”, scriveva Fontana sul suo sito, riportando una dichiarazione del 2016. “Per la Lega Nord la famiglia è una sola: uomo donna e figli”, ribadì il vicesegretario della Lega nel 2014 contestando il patrocinio concesso dalla Regione Lombardia al Pride. Successivamente, al “Festival per la Vita” promosso dall’organizzazione dell’ultradestra Provita Onlus, che lo ha sempre sostenuto e sponsorizzato, ha spiegato che “da un lato l’indebolimento della famiglia, la lotta per i matrimoni gay unita e la teoria gender nelle scuole, dall’altro l’immigrazione di massa che subiamo insieme alla contestuale emigrazione dei nostri giovani all’estero, sono tutti fattori che mirano a cancellare la nostra comunità e le nostre tradizioni”.

La Russia un esempio da seguire per Fontana

L’esempio da seguire, per Fontana, è la Russia: “Se trent’anni fa la Russia, sotto il giogo comunista, materialista e internazionalista, era ciò che più lontano si possa immaginare dalle idee identitarie e di difesa della famiglia e della tradizione, oggi invece è il riferimento per chi crede in un modello identitario di società”, ha scolpito. Promettendo “provvedimenti” contro qualunque leghista osasse esprimere opinioni a sostegno dei diritti omosex. Tanto da opporsi in sede europea alla Relazione Lunacek “che apre alle nozze gay, chiede corsi di educazione sessuale pro Lgbt per bambini e considera omofobo chi si batte per la famiglia tradizionale”.

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