Il gol di Vlahovic nel derby della Mole ha risolto, almeno per un weekend, i problemi della Juventus. Tre punti che hanno mosso la classifica ma che non hanno spazzato via i dubbi emersi durante queste settimane, fatte di risultati altalenanti e di esclusioni eccellenti quanto inaspettate. Per la seconda volta nel giro di un mese Leonardo Bonucci è stato infatti escluso dall’undici iniziale: dopo Monza, partita che il capitano ha visto tormentandosi dalla panchina, anche la sfida con il Torino l’ha iniziata seduto, per poi entrare a partita in corso solo dopo l’infortunio di Bremer. Anche se sul web hanno iniziato a circolare le prime voci su un possibile addio a gennaio, la realtà è ben diversa: in questo momento Bonucci non è la prima scelta al centro della difesa per Allegri. Una eventuale partenza a gennaio al momento è difficile da ipotizzare.
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Il declino del capitano bianconero
Le esclusioni con Monza e Torino sono state gli ultimi tasselli della crisi in cui versa il centrale nato a Viterbo. Quando non gioca nascono voci di una rottura tra lui e l’ambiente mentre quando è in campo, come contro il Milan, i suoi errori sono l’occasione per mettere in evidenza la parabola discendente: il mancato fallo in occasione del gol di Brahim Diaz ha scatenato la rabbia dei tifosi bianconeri. La realtà è che Bonucci è reduce da due stagioni in cui gli infortuni l’hanno tormentato, dandogli tregua soltanto durante l’Europeo: il suo carattere e il suo approccio al calcio aggressivo creano divisioni sia tra la tifoseria che nello spogliatoio. Oggi Allegri preferisce Danilo per il centrosinistra, come dimostrato durante il derby, con Bremer a destra: nessuna rottura, per quanto tra i due il rapporto sia stato spesso gelido, semplicemente una considerazione tecnica crudele ma necessaria. Scelte che generano attrito e che si sommano al pessimo rapporto che sta vivendo con la tifoseria, che l’ha esplicitamente attaccato nel comunicato congiunto di qualche settimana fa. Recuperare la miglior condizione a 35 anni con una carriera ricca di infortuni, sarebbe una vera e propria impresa.
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I problemi al centro della difesa
Con l’infortunio di Bremer, fermatosi per un problema al flessore, e il momento no di Bonucci, oggi l’abbondanza al centro è un lontano ricordo. In estate, a fronte della partenza di due centrali, Chiellini e De Ligt, è arrivato soltanto il brasiliano a coprire il buco creatosi. L’idea era di spostare Danilo, con il passare del tempo, da esterno a centrale: percorso che Allegri ha dovuto accelerare per l’infortunio di inizio stagione a Bonucci e per le difficoltà di Bremer a giocare sul centrosinistra. Con Gatti, all’esordio in Serie A, fuori dal radar del tecnico, l’unica alternativa è rappresentata da Rugani: recuperare Bremer il più in fretta possibile è la speranza di Allegri.
Se con l’Empoli venerdì prossimo il tecnico riuscirà a tamponare la situazione, il 25 ottobre a Lisbona sarà fondamentale avere a disposizione Bremer o quantomeno sperare in un miglioramento della condizione di Bonucci. Perché negli ultimi anni l’eliminazione dalla Champions della Juventus è arrivata quasi sempre insieme ai problemi della difesa: con l’Ajax fu Rugani a giocare al centro della difesa, con il Lione Chiellini guardò il match dalla panchina, con il Porto fu Demiral a commettere il fallo da rigore che indirizzò la partita. Mentre lo scorso anno con il Villarreal ad alzare bandiera bianca furono Chiellini e Bonucci. Il derby l’ha dimostrato: la Juventus per ritrovare se stessa deve lavorare sulla solidità difensiva, sulla densità e sulle ripartenze, oltre che sulla concentrazione e l’aspetto mentale. Farlo con Bonucci a mezzo servizio, fisicamente e mentalmente, e con Bremer infortunato potrebbe essere un enorme problema per Allegri.