Audio di Berlusconi, caccia alla talpa. E FI è un verminaio

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Come spesso avviene in questi casi, la rabbia monta non tanto per la notizia di per sé che disvela uno spaccato inquietante quanto perché qualcuno ha tradito. Chi è stato a passare l’audio a Lapresse? O anzi, neanche è detto sia stato un audio, magari è stata una telefonata, quindi parole trasmesse in diretta. In Forza Italia non si parla d’altro, ci sono i sospettati ovviamente ma le prove? “Spero che l’autore di tutto ciò giri sotto scorta”, è la battuta di un parlamentare di centrodestra. Ma comunque, la neocapogruppo al Senato degli azzurri Licia Ronzulli dice che “è spregiudicato, per non dire criminale, che qualcuno tra i 45 eletti alla Camera possa prestarsi a riferire parole del presidente, che andavano contestualizzate”.

La notizia di un nuovo audio in arrivo, pronto a fare un gran baccano, si era diffusa tra Montecitorio e Palazzo Madama nel primo pomeriggio. Era chiaro che il protagonista sarebbe stato di nuovo Silvio Berlusconi. Ma per dire cosa? Maurizio Gasparri invece di camminare sereno quasi correva: “Non so nulla”. E quando alla fine l’audio è uscito fuori, eccoci alla caccia della talpa.

Ci sono alcune considerazioni da fare rispetto al contesto della riunione e delle parole del Cavaliere avvenute durante il suo intervento alla riunione dell’assemblea di Forza Italia alla Camera per l’elezione del capogruppo, ieri l’altro. Intanto ad esempio mancava all’appello Paolo Barelli, in odore di riconferma alla guida del gruppo e poi cannato. “Avevo un importante impegno – racconta Barelli – che potevo disdire solo se fosse stata davvero necessaria la mia presenza. Ora mi limito a galleggiare. Una bella sensazione: non si affonda e non alza troppo la esta dal pelo dell’acqua, dove si rischia di essere beccati dagli uccelli”.

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E però c’erano presenti – si racconta – un’altra ventina di persone che non sono parlamentari. Alcuni ex tali rimasti a gravitare attorno al gruppo parlamentare, funzionari di partito e membri dei vari staff. Individuare il responsabile non è certo facile. Qualche vecchio deputato o senatore non rieletto? Qualcun altro ancora legato ad ex ministri passati con Carlo Calenda? Oppure qualcuno interessato a interrompere la corsa di Antonio Tajani verso la Farnesina? Le ipotesi sono diverse, c’è anche quella più machiavellica di tutti: Berlusconi in realtà voleva che il suo intervento uscisse, giusto per ricordare a tutti – in primis a Giorgia Meloni – il suo peso, o il suo ingombro. Dopo il pranzo di ieri tra Berlusconi e Matteo Salvini a Villa Grande, anche il leader della Lega ha voluto far sapere la sua, esponendo stupore per “l’atto irresponsabile e infedele” di chi ha trasmesso l’audio. Quanto a Tajani, ieri in Transatlantico era evasivo: “Vado due giorni a Bruxelles, speriamo di trovare un clima migliore…”. Poco prima aveva twittato: “Il popolo ucraino ha vinto il Premio Sacharov 2022. Eroi che non si arrendono di fronte all’orrore della guerra. Le loro gesta a difesa della democrazia e della libertà saranno per sempre scritte nella storia”. Un modo per prendere le distanze dalle parole di Berlusconi. Basterà a salvargli il posto da ministro?

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