LONDRA – Liz Truss ha dato le dimissioni da primo ministro. La leader conservatrice ha annunciato a malincuore la decisione dopo un incontro con Graham Brady, il capo del cosiddetto Comitato 1922 che ha tradizionalmente il compito di organizzare un voto di sfiducia quando un ampio numero di deputati gli scrivono che voteranno contro il premier di turno. “Il governo ha ottenuto risultati sulle bollette energetiche oltre a delineare una visione per un’economia a bassa tassazione e alta crescita che sfrutterebbe le libertà della Brexit” – ha detto Truss – Ma riconosco che, data la situazione, non posso portare a termine il mandato per il quale sono stata eletta dal partito conservatore”. Ricordando di essere entrata in carica “in un momento di grande instabilità economica e internazionale”, ha aggiunto di augurarsi che ci possa essere un nuovo premier già la prossima settimana.
La sterlina ha reagito positivamente all’annuncio.
Brady aveva comunicato a Truss che la maggioranza del partito era ormai contro di lei e che, se voleva risparmiarsi l’umiliazione di venire cacciata dai propri colleghi, non le rimaneva che dimettersi volontariamente subito. Così la premier ha fatto dopo appena 45 giorni a Downing Street, il mandato più breve della stria britannica (il secondo, sottolineano i media britannici, fu quello di George Canning, rimasto in carica per 119 giorni prima di morire nel 1827). Due suoi predecessori alla testa dei Tories e alla guida del Regno Unito, Theresa May e Boris Johnson, si erano dimessi con la medesima modalità: o te ne vai tu o sarai costretto ad andartene.
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Dopo le dimissioni nei giorni scorsi del ministro delle Finanze Kwasi Kwarteng e della ministra degli Interni Suella Braverman, due dei suoi più stretti alleati nel governo, la situazione per Truss era diventata insostenibile. Al danno causato al Paese dalla sua politica fiscale, ora ribaltata frettolosamente, si è aggiunta la perdita di autorità: era chiaro che non era più la premier a comandare.
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L’ex ministro delle Finanze Rishi Sunak sembra il candidato alla leadership attorno a cui i conservatori si potrebbero unire. Ma il leader dell’opposizione laburista Keir Starmer – così come i LibDem – chiede elezioni anticipate per ristabilire stabilità e legittimità, dopo le dimissioni di una premier che era stata eletta con il voto di appena 80 mila iscritti ai Tories nelle primarie sei settimane fa. I Tories si rendono conto di avere commesso un grave errore a scegliere, dopo Johnson, una leader ideologicamente radicale e dalla personalità inconsistente. Tuttavia installare al suo posto un quinto primo ministro in sei anni, senza ricorrere alle urne, non sarà facile.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha augurato “stabilità” al Regno Unito. La portavoce del ministero degli Esteri russo ha detto che di “Truss si ricorderà la catastrofica ignoranza”.
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