Totoministri, si tratta su Difesa e Sviluppo. Lo scoglio Giustizia

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Ha in tasca un “bonus”. Cinque o sei ministri che Giorgia Meloni condividerà solo con Sergio Mattarella, ma non con gli alleati. Una cosa, però, è già certa: non ha voglia di concedere la Giustizia a Silvio Berlusconi. Ha deciso di promuovere Carlo Nordio, resta su questa posizione. Per questo, a sera, il Cavaliere tenta l’ultimo assalto. Insiste per riservare l’incarico di Guardasigilli a Maria Elisabetta Casellati: “Ci spetta, Meloni me l’ha promesso, è una nostra condizione”.

Incontro Berlusconi-Nordio

Non la pensa così Meloni. Ieri, tra l’altro, la partita sembrava finalmente chiusa. A villa Grande, residenza romana del Cavaliere, si presenta a ora di pranzo Nordio. C’è anche Gianni Letta. I tre discutono per due ore. Berlusconi, riferiscono i suoi, non manca di lamentare la condizione di parlamentare nuovamente sotto processo, in attesa di sentenza per il Ruby ter e a rischio di decadenza in caso di condanna definitiva. Non basta il colloquio, però, a sbloccare il rebus.

Sviluppo economico e Difesa

Non è l’unico nodo. Due caselle tornate ieri in discussione sono quelle dello Sviluppo economico e della Difesa. Il punto attorno a cui ruota la partita è la disponibilità di Guido Crosetto ad accettare l’incarico al Mise. Se dovesse declinare l’offerta di Meloni, si aprirebbero due strade. La prima porta lo stesso Crosetto alla Difesa, con Adolfo Urso dirottato allo Sviluppo economico. L’alternativa è quella di affidare il dicastero da cui dipendono le forze armate al generale di corpo d’armata Luciano Portolano o al fedelissimo di Giorgia Meloni, il senatore Giovanbattista Fazzolari, tra i più convinti sostenitori delle ragioni di Kiev. In quel caso, esiste la possibilità che la leader scelga Alfredo Mantovano, già viceministro agli Interni, come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.

Agricoltura, spunta Berutti

Un capitolo a parte vale invece per l’Agricoltura. Riservata alla Lega, spettava a Gian Marco Centinaio. Ieri, però, il senatore del Carroccio è stato eletto vicepresidente a Palazzo Madama. A questo punto, Meloni intende promuovere un nome gradito a Coldiretti, la platea che ha sancito l’esordio pubblico della leader dopo la vittoria elettorale. Si parla di Roberto Berutti, ex diccì con trascorsi anche in Forza Italia, da due anni membro del gabinetto del commissario Ue all’Agricoltura.

Ultimi tentativi per Panetta all’Economia

L’altra nota dolente è quella dell’Economia. Sebbene Meloni abbia ormai vidimato l’opzione di Giancarlo Giorgetti al Tesoro, non sono mancati nelle ultime ore gli sforzi per provare un ultimo tentativo in extremis per convincere Fabio Panetta ad accettare. Al momento, pare, senza esito.La squadra per via XX settembre, d’altra parte, è sostanzialmente già pronta. Deve esserlo, per affrontare immediatamente la sfida della manovra. Viceministro sarà Maurizio Leo (FdI). Quanto ai sottosegretari, saranno arruolati il leghista Federico Freni e l’azzurro Maurizio Casasco. Per l’ultimo posto disponibile, ballottaggio tra un altro nome in quota Fratelli d’Italia e Alessandro Colucci (Noi Moderati). 

Tajani agli Esteri?

Anche gli Esteri rappresentano un banco di prova per l’esecutivo. Meloni ha scelto Antonio Tajani. L’unica incognita capace di ribaltare il quadro potrebbe diventare un nuovo audio politicamente “compromettente” del Cavaliere. In quel caso, tornerebbero in pista Giampiero Massolo e Giulio Terzi. Il dossier forse più delicato, però, è quello dell’energia. Così delicato che Meloni ha chiesto al ministro uscente Roberto Cingolani di dare una mano nei prossimi mesi. Lui ha dato disponibilità a farlo, ma con un ruolo tecnico e non politico. Si ipotizza quello di “commissario all’energia”. 

Piantedosi agli Interni

Le altre caselle verranno di conseguenza. Per gli Interni resta in pole Matteo Piantedosi, prefetto di Roma ed ex capo di gabinetto del leader leghista ai tempi del Viminale. Lo stesso Salvini dovrebbe avere le Infrastrutture, assieme alla delega da vicepremier (che però non è ancora “blindata”). Alla Transizione ecologica l’azzurro Gilberto Pichetto Fratin, mentre agli Affari regionali spazio per Roberto Calderoli. Certo anche Raffaele Fitto agli Affari europei, così come Nello Musumeci al Mezzogiorno. Per la Cultura sembra favorito Giordano Bruno Guerri. Alla Famiglia c’è l’ipotesi di Eugenia Roccella

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