Forza nuova ci riprova un anno dopo l’assalto alla Cgil. Da capopopolo a ultrà di Putin, Castellino “provoca” Berlusconi

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Se fosse una Fenice si potrebbe dire che è rinata dalle proprie ceneri: e invece è un partito neofascista. E forse – a dispetto di quanto sembrava, tra arresti, inchieste giudiziarie e processi in corso – non era mai veramente morto. Depotenziato sì, alle corde anche: ma, evidentemente, non erano ceneri. E dunque eccolo, di nuovo. Forza Nuova, un anno dopo l’assalto con devastazione alla sede della Cgil. Non solo non è stata sciolta. Ma – pare assurdo – si è e si sta riorganizzando. I suoi dirigenti nazionali si sono incontrati pochi giorni fa per rilanciare lo storico partito dell’ultradestra italiana: una reunion – ufficialmente è stata definita una “direzione nazionale” – postata in rete e sui social. Dopo “la repressione e il sequestro” – così scrivono -, e dopo la scarcerazione del leader e segretario nazionale Roberto Fiore e del colonnello (ormai ex, dice di non far più parte del movimento, diremo tra poco) Giuliano Castellino, i forzanovisti si presentano con un nuovo sito e con nuovi account. Dal rinnovato portale forzanuova1997.it al profilo Twitter @forzanuova1997 (lo stesso che è rispuntato su Instagram). Possibile? Possibile, e pare una beffa.

I vertici del partito sotto processo per devastazione (ma il tribunale non ha riconosciuto la matrice fascista); una mozione votata a larga maggioranza in Parlamento che ne ha chiesto lo scioglimento. I fatti sono noti: era il 9 ottobre 2021 quando, al culmine di una manifestazione contro il Green Pass in piazza del Popolo, nella capitale, una folla inferocita attaccò e fece irruzione nella sede della Cgil distruggendone i locali. Sullo sfondo di quello che a molti appariva un orizzonte dall’esito se non scontato, quanto meno probabile – lo stop e la messa al bando del partito fondato nel 1997 dall’ex terrorista nero di Terza Posizione Roberto Fiore e dall’ex Nar Massimo Morsello – va invece registrato un fatto. Forza Nuova è ancora attiva e sulla pagina Instagram – i numeri post ricostruzione dei follower sono ancora minimi -, si presenta addirittura come un “partito liberale italiano”.

Sul nuovo sito del partito – accanto a “Forza Nuova” c’è il motto “Dio Patria Famiglia, sullo sfondo c’è la foto del pluricondannato Roberto Fiore – è indicata la data della recente direzione nazionale. E figurano tre volti: quello di Morsello (morto nel 2001), quello di Fiore e quello del vicesegretario Luca Castellini. Le ultime uscite pubbliche dei forzanovisti? L’assemblea del 15 ottobre (“continua la battaglia contro il deep State”). E prima degli incontri e delle iniziative in Veneto. Perché è dalla regione governata da Luca Zaia che, di fatto, riparte FN. E del resto è qui che nacque nel 1997. Il rilancio vede in campo il coordinatore padovano Luca Leardini e il solito Luca Castellini – ultrà pluridaspato dell’Hellas Verona, tra i responsabili dell’assalto alla Cgil e promosso da Fiore a vice segretario del partito. Con quali motivazioni? Per “non avere ceduto a minacce e lusinghe del regime che ci ricattò per scioglierci” e per avere “ricostruito i militanti tenendo la vigile guida della mobilitazione popolare veronese”.

In effetti Verona, nel nuovo corso di FN (in attea delle sentenze giudiziarie sui suoi vertici), è centrale. Anche per l’iperattivismo di Castellini (già in piazza nel 2015 con l’attuale presidente della Camera Lorenzo Fontana in occasione del Verona Family Day). La scorsa settimana nel capoluogo scaligero è andata in scena una manifestazione filo-Putin. Un presidio “contro la guerra”, “pacifista”. Ma in realtà e soprattutto molto ideologico in quanto “contro le sanzioni alla Russia”. I neofascisti si stanno rilanciando sotto un’inedita e paradossale veste “pacifista”, che ovviamente dal loro punto di vista vuol dire pro-Russia. E poi ovviamente e di nuovo novax (qui niente di nuovo) e anti-governativa. Sui social campeggiano attacchi all'”incoerente” Meloni per le posizioni atlantiste e per il cambio di linea sull’emergenza sanitaria; nel mirino di FN, in particolare, il ministro per la Salute Schillaci, definito “un rigorista scelto da Speranza per l’ISS”.

Un’altra novità è interna. Del nuovo gruppo dirigente forzanovista non fa più parte il ras romano e ultrà romanista Giuliano Castellino, anche lui pluricondannato, a capo dell’assalto alla Cgil. Sabato Castellino ha annunciato una conferenza stampa a Roma insieme all’avvocato Carlo Taormina (i due sono a capo dell’associazione Italia Libera). Titolo dell’incontro: “Per la Pace con Berlusconi, Ambasciata russa e trumpisti”. Si legge in un comunicato: “In occasione della mobilitazione nazionale contro la guerra, incontriamo stampa e TV e lanciamo il nostro appello al Presidente Silvio Berlusconi. Italia Libera sabato 29 ottobre sarà in tutte le piazze italiane per gridare Pace, lavoro e libertà. L’Italia, come dice la sua Costituzione, rifiuta la guerra!”. Se non fosse vero, sembrerebbe una barzelletta. Il tentato coinvolgimento di Berlusconi? Il neofascista Castellino lo spiega così: “Rilanciamo la nostra petizione per uscire da Nato e Ue, contro ogni guerra e imperialismo, e abbiamo chiesto l’adesione del presidente Silvio Berlusconi, oggi unica voce fuori dal coro nel panorama politico e guerrafondaio italiano”. E’ l’ultimo paradosso dell’ultradestra che cambia maschera ogni volta.

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