Migranti, da Humanity sbarcano in 144, 35 ancora a bordo. Geo Barents verso Catania: “Via dopo i soccorsi”, Salvini e Piantedosi firmano il decreto

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Centoquarantaquattro a terra, in una struttura provvisoria, trentacinque naufraghi costretti a rimanere sulla Humanity1. Stando ai criteri stabiliti dal Viminale, dopo una traversata in mare, settimane passate a dormire all’addiaccio sulla nave ong non sarebbero a rischio, dunque non possono sbarcare.

(ansa)

L’ennesimo round fra le ong e il governo Meloni si conclude così a tarda notte sul molo di Levante del porto di Catania. “Chi è rimasto a bordo è disperato, un uomo ha avuto un collasso – fa sapere l’equipaggio di Humanity1 – al momento noi rimaniamo in porto e aspettiamo”.  Chiedono e sperano che alla fine a tutti venga permesso di sbarcare, non capiscono come trentacinque persone possano essere un problema per una città come Catania o un Paese come l’Italia. All’orizzonte, si profila un’altra giornata di braccio di ferro.

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A operazioni ancora in corso, l’equipaggio lo aveva messo in conto. “Secondo le leggi internazionali un salvataggio finisce quando tutti i naufraghi sono a terra in un luogo sicuro”, spiegava stanotte sul molo la portavoce Petra Krischok, sottolineando un paradosso. “A bordo hai adolescenti di sedici, diciassette, diciotto anni. Tutti hanno sofferto, tutti sono passati dall’inferno libico e tutti stanno chiedendo protezione e asilo in Italia, sono tutte persone da proteggere. È ingiusto che alcuni scendono e altri no. È illegale”.

Eppure, al momento è stallo. E il braccio di ferro continua sulla pelle di trentacinque persone, rimaste a guardare gli altri che uno dopo l’altro venivano accompagnati sugli autobus che quasi all’alba li hanno accompagnati al Palaspedini, un palazzetto dello sport riconvertito in struttura d’accoglienza. Tre ragazzine, qualche mamma con bambini, poi gli oltre cento adolescenti che hanno affrontato la traversata senza un adulto accanto, quindi i casi medici gravi. Uno dopo l’altro sono scesi dalla nave, sono stati controllati, identificati e accompagnati a bordo dei bus. Gli altri sono rimasti a guardare dal ponte. Uno stillicidio.

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“Selezionare naufraghi è in contrasto con la Convenzione Onu sul diritto del mare. La mancanza di mediatori culturali, inoltre, crea vizi di forma nella procedura – tuona sui suoi social il deputato di Verdi e Sinistra Italiana, Aboubakar Soumahoro, nella notte di ieri al molo per seguire lo sbarco –  Se i restanti naufraghi verrano respinti, violando art.19, impugneremo questa decisione in tutte le sedi opportune”

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