Pensiamo che sia arrivato il momento di tirare fuori l’orgoglio di essere Pd, di riprendere le fila di un partito democratico che è in grado di giocare qualsiasi partita, dall’opposizione a un governo di destra-destra, all’esito positivo alle prossime regionali. Purché il Pd faccia il Pd, purché cioè torni ad essere una forza vivace, vitale, riformista, femminista non a parole ma nei fatti, con il suo appassionato popolo, purché la smetta subito di essere a traino di altri. Terzo Polo e M5S non hanno nulla da insegnarci e non possiamo permettere loro di stringerci come una tenaglia; dobbiamo noi allargare le braccia per fare spazio, sgombrando il campo prima di pensare al campo largo, e sopratutto mettendo al centro di qualunque campo gli interessi e la realtà delle persone che vogliamo rappresentare. L’unica soluzione che vediamo è che si faccia presto. Lo abbiamo detto nelle scorse settimane ed oggi è necessario insistere: il Pd deve anticipare i tempi del Congresso, altrimenti avremo un nuovo segretario alle calende greche e secondo tutte le regole interne,ma nel frattempo il Pd rischia di essere azzerato. Muoviamoci, modifichiamo le regole dello Statuto e facciamo il congresso entro gennaio per arrivare anche all’appuntamento con le regionali con una classe dirigente legittimata e forte. Nel frattempo, oltre a prepararci a rinnovare la segreteria, occupiamoci di fare politica: in Lombardia la destra si sfalda e l’uscita della Moratti dalla coalizione la segna definitivamente. Proponiamo un nome all’altezza della sfida che unisca mondi e culture differenti, che sappia davvero essere buon governo, che conosca nel profondo il lavoro sul territorio e che sappia interpretare e rispondere alle istanze dei cittadini lombardi. Quelle per le regionali sono vere battaglie politiche che non restano limitate alla corsa per la presidenza della regione ma potranno assestare un primo vero colpo al governo. Il PD è la forza che deve lavorare sul campo per superare i divari territoriali, di genere e generazionali.
Smettiamola di tentennare: il Pd che riconosciamo e che rivogliamo è quello che traina gli altri e che si pone come baricentro di una coalizione progressista e che per primo indica le sue candidate o i suoi candidati, oppure che è capace di appoggiare i migliori; è quello che si schiera dalla parte giusta della storia, che è quella della pace conquistata condannando l’invasione della Russia e si oppone con fermezza e coraggio alla demagogia del governo Meloni, non inseguendo ulteriori populisti che brandiscono il finto ecologismo riaprendo la stagione dei No. Perché è facile dire no al termovalorizzatore, no alle trivelle e ai rigassificatori come oggi si propone di fare opportunisticamente Giuseppe Conte; è un po’ meno facile lavorare per una transizione ecologica che sfrutti appieno le grandi risorse contenute nel Pnrr e riduca l’impatto del caro bollette. Dimentichiamo troppo in fretta che il 19% degli elettori ci ha votato, che dobbiamo prima di tutto pensare a chi ci ha dato fiducia, al loro interesse, a quello del futuro delle ragazze e ragazzi. Questa e solo questa deve essere la nostra bussola. Forse dovremmo guardare al disastro della Lega e dei voti persi dal M5S e avere un po’ più di dignità e orgoglio. E anziché tergiversare, tentennare, inseguire chi ci sbatte la porta in faccia e chi ci fa sgambetti, muoverci e fare uno scatto in avanti. Facciamo così: sgombriamo il campo da tutto e riprendiamoci la nostra bussola, il tempo ancora c’è per costruire candidature dhe rispecchino i nostri valori; lavoriamoci adesso senza perdere ulteriori settimane preziose in guerriglie interne. Il risultato per il principale partito di opposizione è sempre possibile purché la smettiamo con l’autolesionismo.
Bonomo FrancescaBruno Bossio EnzaCiampi LuciaChiofalo MariluDi Salvo TittiFedeli ValeriaGualmini ElisabettaLodi CristinaLotto MonicaMorani AlessiaMoretti AlessandraPrestipino PatriziaRotta AlessiaSaviane LuciaZangrando Giulia