Su Via della Seta e Kiev gli impegni di Meloni. Biden promette più gas

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BALI (Indonesia) – Le 22 in punto. Giorgia Meloni si presenta a cena. È sollevata. Fuma una sigaretta, chiede vino italiano. Orrore: è finito. “Allora un Franciacorta…”, rilancia Giancarlo Giorgetti. Non c’è neanche quello. Il clima è disteso, la presidente del Consiglio porta in dote sessanta minuti di colloquio con Joe Biden e un accordo di massima che assicurerà maggiori importazioni di gas liquido dagli Stati Uniti e da alcuni Paesi alleati, a un prezzo migliore. È una boccata d’ossigeno. Ottenuta grazie all’incondizionata adesione italiana alla linea atlantica sull’Ucraina, ribadita anche nel bilaterale con il turco Recep Tayyip Erdogan. E alla promessa di non dare seguito alla Via della Seta con Pechino. Meloni paga volentieri questo prezzo, Washington apprezza. Con una postilla non irrilevante, che è insieme benedizione e avvertimento alla leader: se sei tu a garantire per i tuoi alleati – che invece guardano a Mosca – allora puoi contare sulla nostra sponda.

Sono pegni comunque rilevanti, che un domani potrebbero pesare sugli equilibri della destra di governo. E però necessari, perché Meloni conosce gli spazi stretti – strettissimi – che le concederà l’Europa, delusa dal suo esordio sui migranti. Neanche ieri è riuscita a chiarirsi con Emmanuel Macron, anche se la diplomazia insiste: è questione di ore, con il presidente francese avrà un contatto già a Bali. Quello che conta, comunque, è il sostegno americano. E il bisogno strategico di costruire un rapporto con Biden.

Il presidente Usa accoglie la nuova premier con un sorriso e un complimento, che alle orecchie degli italiani suona più o meno così: “Congratulazioni, anche perché sei l’unica donna a questo tavolo dei leader del G20”. Poi però si passa ai dossier più caldi. E al primo posto c’è sempre la guerra russa all’Ucraina. Per preparare il colloquio, Meloni pronuncia al mattino un discorso di totale adesione alla battaglia di Kiev. “L’invasione ha avuto un impatto devastante sull’ordine mondiale”. Concetti che ovviamente coincidono con quelli della Casa Bianca. E che vengono graditi, al pari della promessa di lasciare congelata la Via della Seta tanto cara a Xi Jinping.

In questo senso, il comunicato pubblicato dalla Casa Bianca dopo il bilaterale è chiaro. I due leader hanno concordato sulla “risposta alle sfide globali come quelle poste dalla Cina, dall’emergenza clima e dall’uso dell’energia come arma da parte della Russia”. E si sono impegnati a “continuare a fornire all’Ucraina il supporto di cui ha bisogno per difendersi e mettere Mosca davanti alla responsabilità della sua aggressione”. Le armi italiane, dunque, continueranno ad essere spedite a Kiev.

Sono segnali semplici da decriptare: Washington chiede a Roma di restare schierata senza tentennamenti dalla sua parte. Ottiene la promessa che Palazzo Chigi non tornerà a flirtare con la nuova Via della Seta proposta da Pechino. In cambio, promette a Meloni aiuto su gas e petrolio. Come? Nel breve periodo, l’emergenza viene affrontata aumentando la produzione e le esportazioni americane di gas, anche attraverso la “moral suasion” usata da Biden verso le aziende private impegnate nel settore. Nello stesso tempo, sono state esercitate pressioni anche sugli alleati che hanno a disposizione surplus di gas, come il Giappone, affinché almeno in questa fase lo riorientino verso l’Europa. Ma c’è dell’altro. Il dipartimento al Tesoro è al lavoro per definire i dettagli di un tetto al prezzo del gas, sulla scia di quello che ha già favorito sul petrolio. Al bilaterale, non a caso, partecipano anche Janet Yellen e Giancarlo Giorgetti. E alla fine Meloni ringrazia, anche perché alla lunga il prezzo fuori controllo dell’energia – sostiene con il presidente Usa – metterebbe a rischio la tenuta del Paese: “Portiamo un fardello pesante in termini economici e sociali”.

Per la premier, il costo politico è alto. Anche e soprattutto in chiave interna. Non a caso, lascia intendere a Biden che la linea a favore di Kiev non sarà scalfita da compagni di governo come Salvini e Berlusconi. È quello che la Casa Bianca vuole sentirsi dire. Fonti autorevoli dell’amministrazione fanno capire che il presidente ha scelto di adottare una linea pragmatica, nonostante gli allarmi lanciati sull’esito delle elezioni italiane durante due raccolte di fondi elettorali con i suoi sostenitori. Gli americani sanno che a Roma governa una coalizione, composta da diverse voci, non tutte allineate con i loro interessi sull’Ucraina. Però notano come le due persone che prendono le decisioni su questo dossier, ossia la premier Meloni e il ministro degli Esteri Tajani, sono fermamente dalla loro parte.

Finisce così, con Meloni a brindare al “solido rapporto transatlantico” e Biden pronto a valutare presto se le promesse saranno mantenute. Nel frattempo, Giorgetti si intrattiene a discutere di debito italiano con la numero uno del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Giorgieva. “È importante avere un governo stabile per i prossimi cinque anni”. È la scommessa del ministro dell’Economia, la stessa di Meloni. Alleati filorussi permettendo.

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