ROMA – Decreto Aiuti quater, approvato dal Consiglio dei ministri il 10 novembre. Il testo non è stato ancora pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, ma nell’ultima bozza manca una norma che lo stesso governo aveva dato per approvata: l’innalzamento della soglia per l’utilizzo del contante, da mille a 5 mila euro, a partire dal primo gennaio del 2023. Era stata la premier Giorgia Meloni ad annunciare il discusso via libera durante la conferenza stampa che si è tenuta a palazzo Chigi all’indomani della riunione del Cdm: “Abbiamo scelto di alzare il tetto del contante a cinquemila euro, l’avevamo nel programma e la scelta che è stata fatta è di allinearsi alla media europea”.
Decreto Aiuti quater, il tetto del contante sale a 5mila euro. Bollette a rate per le imprese
di Giuseppe Colombo
La misura sul contante era indicata nel comma 2 dell’articolo 6 della bozza che è entrata alla riunione del Consiglio dei ministri, ma non figura più nell’ultima versione del decreto, datata 16 novembre. Fonti di governo dicono che non è un dietrofront e che “il tetto al contante resterà quello indicato durante il Cdm”, sarà cioè portato a 5 mila euro. Le stesse fonti aggiungono che la misura sarà inserita nella manovra o comunque nel decreto fiscale che accompagnerà la legge di bilancio, attesa lunedì sul tavolo del Consiglio dei ministri. La decisione di alzare il tetto al contante è stata accompagnata da numerose polemiche. “Se queste indiscrezioni venissero confermate sarebbe un favore a corrotti ed evasori, un segnale negativo e un grande passo indietro per l’Italia”, aveva dichiarato il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte a poche ore dalla riunione del Consiglio dei ministri che ha esaminato la norma. Uno studio di Bankitalia ha mostrato che un precedente innalzamento del tetto, portato da mille a 3 mila euro dal governo Renzi nel 2016, aveva provocato un aumento dell’evasione fiscale.