Stefano Bonaccini: “Mi candido alla segreteria del Pd. Chi me lo fa fare? Se è per il partito e per il Paese ne vale la pena”

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“Sono venuto qui per dirlo prima di tutto a voi, compagni e compagne del mio circolo nella piazza dove sono nato: mi candido alla segreteria del Pd. Tanti mi hanno detto: chi te lo fa fare. Ma se è per il Pd e per il Paese allora ne vale la pena”. Si è deciso, Stefano Bonaccini. Dopo giorni di appelli e chiamate dei suoi sostenitori, il governatore si candida alle primarie per guidare il Pd nazionale. Ad ascoltarlo tanti dirigenti e amministratori del territorio.

Bonaccini lo fa dal suo primo circolo, nella piazza di Campogalliano dove è nato. Ma la strada è ancora lunga. Bonaccini, che è stato dal 2009 al 2015 segretario regionale del Pd e che è al suo secondo mandato da governatore, si misurerà prima nel voto dei tesserati, e poi, se risulterà tra i primi due candidati più votati, correrà alle primarie del 19 febbraio. La sua avversaria potrebbe essere a quel punto Elly Schlein, ex vice di Bonaccini per due anni in Regione. Il presidente dell’Emilia-Romagna tenta cosí la strada del Nazareno, dopo tutta una carriera divisa tra partito – dal pci al pd – e amministrazione. Eletto alle primarie nella mozione Bersani nel 2009 come leader Pd in Regione, il presidente si avvicinò a Renzi nel 2013, in occasione delle primarie che elessero l’allora sindaco di Firenze a segretario Pd.

In quella occasione Bonaccini divenne coordinatore della campagna di Renzi alle primarie, e poi responsabile enti locali nella segreteria Renzi. Dopo la candidatura alle Regionali del 2015, le strade di Bonaccini e Renzi si sono gradualmente allontanate, nonostante i due siano rimasti amici. Il presidente si fa valere in viale Aldo Moro, nonostante la prima volta venga eletto con una percentuale di affluenza bassissima, al 37%, effetto anche della sofferenza della sinistra per le politiche renziane sul lavoro, a partire dal Jobs Act. Il governatore però si riscatta nel 2020. Dopo una campagna che vede le piazze dell’Emilia Romagna riempirsi di Sardine per spingere la corsa di Bonaccini contro la leghista Lucia Borgonzoni, il presidente si conquista infatti il secondo mandato battendo la Lega di Salvini al suo apice.

In Regione governa con un campo largo che va dalla sinistra di Articolo 1 a Italia Viva. I 5 Stelle, che Bonaccini aveva cercato in campagna elettorale, rifiutano invece di allearsi: “Ma noi siamo andati a prendere i loro voti a casa loro” è solito ricordare il presidente. Da tempo Bonaccini medita la corsa alla segreteria nazionale. L’ennesima elezione primaria per lui, dopo quella alla segreteria regionale nel 2009 e quella del 2015 contro Roberto Balzani per la candidatura in Regione. Finora Bonaccini ha sempre vinto ai gazebo. Si vedrà il 19 febbraio.

Altri candidati si scaldano a bordo campo. Per i sondaggisti la partita è aperta tra Stefano Bonaccini e la sua ormai ex vice Elly Schlein. Mentre Dario Nardella, che ha organizzato per il 27 novembre una convention con Matteo Lepore e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, e che negli ultimi giorni avrebbe avuto molti contatti con Bonaccini. Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci sarà invece a Roma, nei prossimi giorni, per fare le sue proposte sul Pd che verrà. Tutto mentre anche Andrea Orlando potrebbe tentare la corsa.

I candidati (che potranno presentarsi fino al 27 gennaio 2023) saranno votati prima dagli iscritti dem, entro il 12 febbraio. La settimana successiva, il 19, si svolgeranno le primarie tra i primi due classificati nel voto dei tesserati. Nessun problema infine per Schlein, che attualmente non è iscritta: lo statuto Pd è stato infatti modificato per considerare automaticamente iscritti coloro che partecipano al percorso costituente e che decidono di sottoscrivere una candidatura o di candidarsi alla segreteria.

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