E’ un camionista tedesco di 50 anni l’uomo che ha travolto e ucciso l’ex campione del ciclismo Davide Rebellin. I carabinieri sono riusciti a individuarlo ma al momento non scatterà il fermo, perché in Germania non esiste il reato di omicidio stradale. Gli investigatori erano giunti a una rosa di targhe, estrapolate dalle telecamere di videosorveglianza che sono installate a ridosso della Regionale 11, a Montebello Vicentino. Lì mercoledì mattina Rebellin si stava allenando in sella alla sua bici da corsa, quando è stato schiacciato dal mezzo pesante.
La dinamica è ancora all’esame degli inquirenti. Secondo quanto ricostruito, poco dopo l’incidente il camion si sarebbe fermato nel piazzale di un locale. L’autotrasportatore sarebbe addirittura uscito dalla cabina di guida per dare un’occhiata alla carrozzeria, salvo poi ripartire senza alcuna esitazione. I carabinieri hanno ascoltato alcuni testimoni e avviato le ricerche, alle quali hanno preso parte anche le forze dell’ordine tedesche. Sono stati poi esaminati numerosi filmati girati sia dalle telecamere del ristorante, sia da quelle di diversi caselli autostradali. La mole di dati è poi stata incrociata con le testimonianze, fino al momento in cui si è arrivati a individuare la targa tedesca. A quel punto, le autorità italiane hanno interessato anche l’Europol. Sulla testa dell’autotrasportatore pendono le pesanti accuse di omicidio stradale e omissione di soccorso.