Argentina campione del mondo, battuta la Francia 7-5 ai rigori

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LUSAIL – Il calcio ha consacrato Messi, lo ha consegnato alla leggenda eterna con la più straordinaria delle cerimonie, un rito mistico durato quasi tre ore dove il pallone, quel magico, eterno inimitabile mistero che è una partita di pallone, ha raccontato tutte le storie che può raccontare per celebrare il più grande, se non di sempre almeno di questo millennio.

<<La cronaca della gara>>

Messi campione dopo la finale più incredibile

Messi ha vinto il titolo della sua grandezza definitiva attraverso la più incredibile delle finali ma giocate, logicamente suggellata dal rigore decisivo di un terzino che è un signor nessuno, Gonzalo Montiel, perché il calcio è esattamente così, tiene insieme la sconfinatezza di di genio mancino e la pedata umile di un terzino qualsiasi: Messi avrà apprezzato anche quest’ultimo grano del rosario.

Francia-Argentina, le immagini più belle della finale mondiale

La tripletta di Mbappé

Argentina-Francia è stata una partita che non andrebbe raccontata, ma soltanto vista e rivista fino alla notte dei tempi. Chi non ama il calcio, e soprattutto chi non capisce chi lo ama, dovrebbe rileggere queste tre ore conturbanti come un testo sacro e scoprirne i significati ancestrali, persino quelli che non ha. Ma volendo può bastare la sintesi: 2-2 al 90′, 3-3 al 120′ e poi i rigori, le magie di Messi e le folate di Mbappé, le emozioni perennemente sulle montagne russe, ogni convinzione acquisita tradita all’istante da un nuovo attimo di imprevedibilità e quell’incredibile ultimo minuto dei 140′ effettivamente giocati, recuperi inclusi, con la Francia che stava per segnare da una parte e subito dopo l’Argentina dall’altra, come se rincorrersi fosse un inesausto piacere.

Il rigore decisivo di Molina

I rigori sono stati la parte meno emozionante del tutto. Messi e Mbappé hanno segnati i loro, il Dibu Martinez ne ha preso uno a Coman mentre Tchouaméni ha tirato fuori. Hanno realizzato anche Paredes e Dybala e infine Molina ha messo l’Argentina in cima al mondo e Messi in cima all’Argentina, e quasi non ci voleva credere.

Di Maria e il dominio dell’Argentina

La Seleccion ha dominato per 80 minuti più i sette di recupero del primo tempo, ha segnato e diretto, stava portando in carrozza Messi verso il trionfo definitivo della sua carriera fino a quando le due folate di Mbappé hanno scompigliato il corso regolare della partita e l’hanno resa una meraviglia. La Francia all’inizio sembrava svuotata, come se il virus che l’ha toccata in questi giorni avesse contagiato anche i sani. Di sicuro pareva pronta a consegnarsi senza neanche un minimo atto di ribellione. Quando Di Maria ha scartato di netto Dembélé e poi s’è guadagnato la spintarella di un rigore furbetto, che Messi ha ovviamente segnato, Dembélé è andato in tilt e la Francia è evasa da se stessa. L’Argentina ha mantenuto il controllo e impedito il gioco francese con un pressing ossessivo organizzato al centimetro che ha annichilito i Bleus, poi umiliati da un contropiede micidiale e perfetto, bellissimo, quasi pittorico: da Molina a Mac Allister, da Mac Allister da Messi, da Messi ad Alvarez, ad Alvarez a Mac Allister, da Mac Allister a Di Maria al gol. Da un’area all’altra, come il volo di un gabbiano.

I cambi di Deschamps

Per scuotere la Francia, Deschamps ha ordinato due sostituzioni ancora prima dell’intervallo, lui che sui cambi è sempre piuttosto riottoso: ha tolto il frastornato Dembélé e lo spossato Giroud scegliendo l’energia a briglia sciolta di Kolo Muani e Thuram e spostando Mbappé nella posizione di centravanti. Alla lunga, i fatti gli daranno ragione. L’Argentina ha tuttavia conservato il dominio della partita a lungo, almeno fino a quando il calcio ha deciso di mollare gli ormeggi della normalità e regalare a Messi l’intero caleidoscopio delle emozioni possibili. Nel contesto della superiorità sudamericana ci sono state occasioni per De Paul, Messi e Mac Allister, mentre per il primo segno di vita della Francia è toccato aspettare il 26′ st, attimo di un destro alto di Mbappé.

La ribellione di Mbappé

Ma il calcio magico era in agguato. Deschamps l’ha incoraggiato azzeccando i cambi giusti, cioè mettendo Coman a sinistra e Kolo Muani vicino a Mbappé. E a quel punto, di colpo, s’è alzato il vento. La prima folata di Mbappé è stato il rigore del 2-1 (fallo di Otamendi su Kolo Muani) e la seconda lo straordinario pareggio in sforbiciata volante due minuti dopo. Ma chi è vento può scompaginare qualunque cosa in un amen. A quel punto, l’Argentina s’è infatti spaventata, rattrappendosi su se stessa, e ogni palla indirizzata più o meno nella zona di Mbappé è diventata uno spavento, quasi un terremoto. La Argentina ha ondeggiato barcollando paurosamente, Coman s’è messo a saltare avversari come fosse in un videgioco, lo stadio s’è raggelato (la superiorità del tifo argentino era schiacciante) e Rabiot ha sfiorato il 3-2 al 5′ di recupero. Non bastasse, poco dopo Lloris ha dovuto fare una paratona su Messi.

Da Messi a Mbappé, supplementari con il cuore in gola

Il calcio aveva voglia di darci tutto, e che regalo è stato prolungare la cerimonia di un’altra mezzora, durante la quale, nel disordine della bellezza di una partita oramai senza remore, poteva succedere di tutto ed è in effetti di tutto è successo, con azioni incredibili e salvataggi pazzeschi, corse, rincorse, spaventi, speranze. Una partita con il cuore in gola che ha fatto finta di arrendersi finalmente a Messi all’inizio del secondo supplementare, quando Leo ha reso vana una portentosa parata di Lloris su Lautaro segnando (di destro!) sulla ribattuta. Koundé ha respinto sulla linea, ma troppo in là.

L’ultima zampata di Mbappé

Finire con un gol di Messi l’epopea di Messi sarebbe stato troppo scontato, il calcio non è mai prigioniero di queste banalità, così ha giustamente riservato un posticino sul pianerottolo dell’immensità anche a Mbappé, che ne ha tutto il diritto: si è guadagnato (e ha segnato) il rigore del 3-3 tirando il tiro della disperazione sul braccio di Molina e inaugurando la sregolata mistica follia dei secondi finali, quando Kolo Muani s’è trovato solo davanti a Martinez e un piede del portiere (o era il piede di Dio?) ha respinto non si sa come, trasferendo le onde dell’emozione dall’altra parte, fino a un colpo di testa di Lautaro fuori di niente.

E così sono arrivati i rigori. Messi ha segnato il primo della serie e poi s’è fatto da parte, lasciando che fosse l’umiltà del terzino qualunque a consegnare all’eternità l’uomo che meritava quella Coppa più di chiunque altro, e al quale adesso non manca proprio più niente.

Argentina-Francia 7-5 (2-0, 2-2, 3-3)Argentina (4-4-2): D. Martinez, Tagliafico (15′ sts Dybala), Romero, Otamendi, Molina (1′ pts Montiel), De Paul (12′ pts Paredes), Di Maria (19′ st Acuna), Mac Allister (10′ sts Pezzella), Fernandez, Alvarez (12′ pts La. Martinez), Messi. (1 Armani, 12 Rulli, 2 Foyth, 14 Palacios, 15 Correa, 16 Almada, 17 Alejandro Gomez, 18 Guido, 21 Dybala, 25 L. Martinez). All.: Scaloni.Francia (4-3-3): Lloris, Varane (8′ sts Konate), Kounde (15′ sts Disasi), Upamecano, T. Hernandez (26′ st Camavinga), Griezmann (26′ st Koman), Tchouameni, Rabiot (6′ pts Fofana), Giroud (41′ pt M. Thuram), Mbappé, Dembele (41′ pt Kolo Muani). (16 Mandanda, 23 Areola, 2 Pavard, 6 Guendouzi, 15 Veretout, 17 Saliba). All.: Deschamps.Arbitro: Marciniak (Pol).Reti: nel pt 23′ Messi (rig), 36′ Di Maria; nel st 35′ e 13′ sts (rig) e 36′ Mbappé; 4′ sts Messi.Sequenza rigori: Mbappé gol, Messi gol, Koman parato, Dybala gol, Tchouameni fuori, Paredes gol, Kolo Muani gol, Montiel gol.Angoli: 6-5 per l’Argentina.Recupero: 7′ e 8′, 1′ e 3′.Ammoniti: Fernandez, Rabiot, Acuna, Paredes, Montiel per gioco falloso; Thuram per simulazione; Giroud per proteste

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