Manovra, salta la norma sul Pos. Il governo pensa ai crediti di imposta

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ROMA – Ultimi ritocchi alla manovra, la prima del governo guidato da Giorgia Meloni. Una finanziaria che ha pochi margini di azione, visto che la stragrande maggioranza delle risorse andrà al contenimento del caro energia, intervenendo per calmierare le bollette di imprese e famiglie. Si attendono in serata gli emndamento con la proposta definitiva dei provvedimenti più controversi e che maggiormente hanno diviso i partiti della maggioranza, dall’utilizzo del Pos per i pagamenti relativi a poche decine di euro all’aumento delle pensioni minime, fino alla riapertura dei termini del Superbonus.

Ma non solo. Si attende la formulazione definitiva dei provvedimenti su “opzione donna“, stralcio delle cartelle, App18 ed extraprofitti delle aziende energetiche. Il governo è stato costretto a una continua mediazione, per mettere in sicurezza misure finite nel mirino non solo delle opposizioni e delle istituzioni di controllo (da Banktalia all’Ufficio parlamentare di bilancio), per non parlare delle “pagelle” della Commissione Ue.

Pos, salta la norma

Dalla manovra salterà la norma sul Pos. A quanto si apprende da fonti di governo, nel confronto delle ultime settimane con la Commissione Ue sarebbe emerso che con la misura prevista vi fosse il rischio che alcuni aspetti della norma – con la soglia portata da zero a 60 euro per l’obbligo di accettare pagamenti elettronici – contrastassero con milestone e target del Pnrr raggiunti dall’Italia lo scorso anno. Con un emendamento, il governo dovrebbe sostituire l’articolo in questione, cambiando l’impostazione e inserendo una previsione sui crediti di imposta.

Pd e Terzo polo abbandonano i lavori

Bagarre e seduta sospesa in commissione Bilancio, dove le opposizioni protestano per il ritardo nella presentazione degli emendamenti del governo alla manovra, e Pd, Terzo polo annunciano di abbandonare i lavori finché non arriverà il terzo pacchetto. Il M5s invece resta ad aspettare il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. “Mi scuso per il ritardo – ha replicato la sottosegretaria al Mef Lucia Albano -. Dal Mef comunicano che Giorgetti sarà qui alle 21.30, contemporaneamente saranno depositati gli emendamenti”. La presidenza ha poi sospeso la seduta.

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