Bruxelles – Un accordo per evitare risoluzioni contrarie. È questo in sostanza quanto affermato da Panzeri nel suo interrogatorio davanti ai magistrati belgi che indagano sul Qatargate, in cui l’ex sindacalista bergamasco ha parzialmente ammesso alcune delle accuse che gli vengono mosse dagli investigatori di Bruxelles: “In cambio avremmo ricevuto 50mila euro”, ha detto l’uomo ritenuto al centro del sistema corruttivo che sta facendo tremare il Parlamento europeo.
Panzeri si è dichiarato inoltre pronto a collaborare e ha fornito delle informazioni su altri eurodeputati: primo fra tuttiFrancesco Cozzolino, del Pd, ovvero la persona che avrebbe preso il suo posto nelle poltrone chiave per gli interessi di Qatar eMarocco in seno all’Europarlamento. Panzeri avrebbe poi chiamato in causa l’eurodeputato socialista belgaMarc Tarabella (“è andato in Qatar”) e fatto delle dichiarazioni anche suMaria Arena, pure lei tra i banchi dei socialdemocratici e molto vicina a Panzeri: “So che è andata una volta in Qatar e che ha ricevuto un regalo”.
Confermato anche il ruolo centrale di Abderrahim Atmun, ambasciatore marocchino a Varsavia, che faceva da tramite fra i servizi marocchini e gli italiani coinvolti. Durante l’interrogatorio, Panzeri ha spiegato inoltre che l’accordo era nato nel 2019 ovvero dopo la sua mancata rielezione. Una strategia difensiva per convincere l’accusa che quando era eurodeputato non aveva preso soldi. “La somma a casa mia non era a disposizione di altri” ha risposto poi quando gli è stato chiesto dell’enorme quantità di contanti trovati a casa sua.
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La scoperta di quei soldi, al momento, è l’elemento più forte in mano al giudice istruttoreMichael Claiseche coordina l’indagine. Mazzette di denaro che erano ordinate nel letto e sotto l’armadio:700mila e 50 euro in contantidivisi in sette pacchi dentro a una valigia nascosta sotto il letto e in una cassaforte nel soggiorno, tutti all’interno della casa belga di Panzeri. A descriverlo è un verbale declassificato della Bim (la commissione che vigila sulle indagini della Vsse, i servizi segreti belgi), che si trova agli atti dell’indagine: due paginette sintetiche scritte in fiammingo, in cui si fa riferimento alle indagini di intelligence da cui è scaturita l’inchiesta. Gli agenti sono entrati nell’appartamento e cercando tra le cose di Panzeri aprendo armadi e anche la piccola cassaforte. Hanno scattato delle fotografie e poi hanno risistemato tutto riempiendo la casa di microspie. Per sette mesi i soldi sono rimasti lì, con un ammanco finale di circa 100mila euro.Il documento porta con sé anche un altro elemento significativo, la data: il rapporto risale infatti al 26 aprile. Il verbale spiega dunque che le indagini dei servizi belgi erano arrivate a un punto di svolta in primavera, quando la notizia è stata declassificata e trasmessa alla procura federale belga.
(ansa)I soldi trovati invece al padre diEva Kaili in una valigia che l’uomo stava per portare fuori dall’hotel in cui alloggiava, sono l’elemento che inchioda l’ex vicepresidente dell’Europarlamento. Domani alle 9 Kaili, che si trova in carcere, sarà ascoltata dai giudici dovranno decidere sulla sua detenzione.
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La disponibilità a collaborare di Panzeri potrebbe far allargare l’inchiesta. Così come le indagini dell’agenzia di polizia europea Europol che collabora con la polizia belga sullo scandalo. Investigatori che dovranno compulsare l’enorme mole di dispositivi informatici e telefonici sequestrati dagli inquirenti (si parla di centinaia tra cellulari, computer e tablet) nel corso di circa ventiperquisizioni avvenute tra il Belgio, l’Italia e la Grecia. E ieri il giudice per le indagini preliminari diAosta ha emesso un decreto di sequestro preventivo per un appartamento a Cervinia: si tratta dell’alloggio acquistato nell’aprile scorso dalla Nakaz development sprl di Nicolò Figà-Talamanca, numero uno della ong “No Peace Without Justice”, considerato dai magistrati uno dei partecipanti all’associazione a delinquere, arrestato lo scorso 9 dicembre e adesso è con il braccialetto elettronico. Un acquisto da 215mila euro che si sospetta possa essere un’operazione di riciclaggio del denaro.