Cinquantadue giorni dopo, e dopo un Mondiale che ha tranquillamente fatto a meno di noi, la Serie A riappare nei nostri stadi e nelle nostre case, buona ultima tra i campionati europei (fa eccezione la Bundesliga, che però ha 18 squadre e osserva per tradizione una lunghissima pausa invernale) e chissà come riapparirà, se davvero sta per cominciare un torneo diverso e con pochi nessi con quello che s’è chiuso il 13 novembre o se si tratterà soltanto di riannodare i fili e ricominciare da dove tutto era stato interrotto.
Il mercato non ha ancora portato cambiamenti e difficilmente ne porterà di squilibranti: tra le grandi si sono impercettibilmente mosse soltanto la Roma (Solbakken) e il Milan (Vasquez, terzo portiere), i colpi più suggestivi li hanno fatti la Salernitana, che ha messo in porta l’intramontabile messicano Ochoa, e l’Empoli, con il ritorno di Ciccio Caputo. Né sono arrivati grandi cambiamenti sul fronte della salute: il Milan è sempre senza Maignan e Ibrahimovic, la Juve senza Pogba e Di Maria e la Roma senza Wijnaldum, ma almeno ci sono Dybala, Lukaku e Immobile, finalmente. È cambiato invece qualcosa nel contorno, con l’inchiesta sui bilanci della Juventus (e il conseguente ribaltone societario) ma anche con le dimissioni di Trentalange dopo lo scandalo che ha travolto l’Associazione italiana arbitri, di cui era presidente.
Il campionato in ogni caso non la prende alla larga e offre subito una partita dirimente, perché Inter-Napoli dirà se i nerazzurri avranno ancora qualche diritto di coltivare ambizioni di scudetto. In generale, gennaio stabilirà moltissimo del destino del Napoli, che dopo l’Inter ospiterà la Juventus (13 gennaio) e poi chiuderà il mese al Maradona contro la Roma: saranno tre scontri diretti che forse a Spalletti basterebbe non perdere per salvaguardare l’abisso di vantaggio scavato durante le prime 15 giornate. Il Napoli resta la squadra con meno problemi tra le grandi: è la sola a non avere infortunati di rilievo né particolari esigenze di mercato, la rosa è della misura e dell’assortimento giusti e otto punti di vantaggio non c’entrano niente con il concetto di aleatorietà.
Napoli, tornano Kvaratskhelia e Rrahmani
Il Napoli si ripresenta in cima alla classifica, al gran completo e con il ragguardevole vantaggio di 8 punti. Luciano Spalletti però sa benissimo che sarebbe un errore cullarsi sugli allori. “Quello che abbiamo fatto finora ci dà entusiasmo e certezze, ma conta di più ciò che faremo. Le sensazioni sono le stesse di due mesi fa. Durante la sosta la squadra non ha mai staccato la spina: alcuni dei miei stanno bene e altri benissimo. Il break c’è servito: lo abbiamo sfruttato per lavorare in profondità con i giocatori rimasti a disposizione. Per i reduci dal Mondiale la tipologia di lavoro è stata invece diversa, con ottime risposte da tutti. Per noi non è una ripartenza, siamo rimasti sempre con la testa su questo bel viaggio, in cui non ci sono stazioni intermedie. Andremo subito alla ricerca del nostro calcio, che potrà darci altre soddisfazioni”. Il tecnico ritrova dopo la lombalgia Kvaratskhelia. “Ha enormi qualità, è un gran valore aggiunto”. Torna a disposizione dopo tre mesi pure Rrahmani, guarito dal grave infortunio muscolare. Il ritiro in Turchia è servito pure a svuotare l’infermeria e sul mercato servirà solo un ritocco: l’arrivo in prestito dalla Samp del polacco Bereszynski, come vice di Di Lorenzo. Spalletti deve fare i conti con l’ossessione scudetto della piazza. “La mia invece è vedere Napoli pazza di gioia, ogni giorno mi sento più in sintonia con questa città. Le pressioni mi piacciono, il complottismo no. L’arbitro Sozza è milanese? Siamo professionisti, diamo l’esempio”.
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dal nostro inviato Cosimo Cito
Milan: Maignan ormai è un caso, idea Milutinovic
Con Maldini, Pioli e Massara al timone sportivo del Milan, i risultati del campo hanno sempre allontanato le ombre extracalcistiche: copione da ripetere oggi a Salerno. Ma alle incognite note – budget di mercato, rinnovi di Leao e Bennacer tentati dalla Premier League, innesto dello show business all’americana con la gestione Cardinale, affari Zaniolo e Ziyech per giugno e condizioni dei reduci del Mondiale (per Hernandez e Giroud si profila subito il compito di trascinatori) – si aggiunge il problema infortuni. La lesione al polpaccio sinistro di Maignan 3 mesi e mezzo fa con la Francia, frustrato nei tentativi di rientrare per il Mondiale e poi a dicembre e ora a rischio per la Champions col Tottenham il 14 febbraio, apre il caso portiere: ingaggiato il colombiano Vasquez dal Guaranì come terzo, Tatarusanu vince il ballotaggio con Mirante, ma si cerca un prestito tra Rico e Cragno, mentre a giugno arriverà Sportiello. A Milanello si sussurra del progetto, già avviato durante il Mondiale, di un head of performance. L’identikit porta ad Andreja Milutinovic, 43 anni, fama di guru in Serbia, preparatore personale di Vlahovic alla Juventus. Sono ben 9 gli infortunati: oltre a Maignan, Ibrahimovic e Florenzi, Rebic, Kjaer, Krunic, Messias, Origi e Ballo-Touré.
Juventus, la prima volta di Ferrero. Di Maria di nuovo fermo
La Juventus viene da sei vittorie consecutive ma anche da una sosta terremotante, con le dimissioni di Agnelli e la nomina di un nuovo presidente, il commercialista Ferrero, perché la priorità adesso è l’attenzione ai bilanci. Alle cose di campo provvede Allegri, che avrebbe bisogno di un paio di giocatori nuovi (una mezzala tipo Mac Allister, un esterno tipo Maehle) ma sa che non può averli, a meno che qualche club in Premier non si prenda una cotta per qualcuno tipo McKennie. In ogni caso, più che di acquisti la Juve ha bisogno di salute: “Ci sono giocatori che non abbiamo avuto o abbiamo avuto poco”, e il riferimento è a Pogba (se tutto fila liscio, torna a fine mese) e Di Maria, che martedì è sbarcato alla Continassa e ieri s’è di nuovo fatto male, stavolta alla caviglia: Allegri lo avrebbe portato a Cremona e invece ha dovuto lasciarlo a casa. Paredes invece ci sarà, in panchina. “Non ho voluto prima gli argentini perché non ragiono su una partita, ma nella prospettiva del 5 giugno” dice l’allenatore, che continua a non avere Vlahovic. Al momento l’unico raggio di luce è Chiesa, che a un anno dall’infortunio al ginocchio “è pronto per un segmento di gara”.
Lazio: rosa da completare, Luis Alberto sempre in bilico
“Si può rendere più ampia la squadra, ma è difficile migliorare la qualità e alzare il livello”. Le parole di Maurizio Sarri alla vigilia della trasferta di Lecce fotografano ambizioni e riflessioni della Lazio sul mercato di gennaio. Servono un terzino di piede mancino e un ricambio di Immobile, ma i nomi in cima alla lista del tecnico, quelli che possono davvero “alzare il livello” di una squadra quarta in classifica, sono fuori portata: Fabiano Parisi, il difensore che l’Empoli valuta 15 milioni, e Rafa Silva, l’attaccante del Benfica che ne costa almeno 20. Più probabili due operazioni di completamento, per “rendere più organica la rosa”, appunto: Luca Pellegrini in prestito dalla Juve, di rientro dall’Eintracht dove aveva cominciato la stagione, e Federico Bonazzoli dalla Salernitana, da contendere alla Cremonese. Poi c’è Luis Alberto, un caso sempre aperto: il Cadice lo chiede in prestito, Lotito lo lascia partire solo a titolo definitivo e vuole 20 milioni. “Leggo sempre – dice Sarri – che Luis Alberto non va d’accordo con me: quando sono arrivato lui non era in ritiro perché voleva la cessione, è una situazione che ho trovato. Ogni sessione di mercato vuole tornare in Spagna, ma poi rimane e dà sempre il suo apporto”.
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di Paolo Condò
Inter: Inzaghi riabbraccia Lukaku per pensare in grande
Ancora senza Brozovic, di nuovo infortunato, ma con un Lukaku in più. Alla sfida cardine della stagione oggi contro il Napoli, da vincere per mantenere vivo il sogno scudetto, l’Inter si presenta finalmente con il centravanti belga a disposizione. Venduto al Chelsea nell’estate 2021, e tornato alla Pinetina in prestito la scorsa estate, Big Rom sarebbe dovuto essere il turbo nella corsa al ventesimo Tricolore della storia nerazzurra. Invece si è fatto male a fine agosto e di fatto non lo si è più visto. “Romelu ha qualità che conosciamo. È tornato dal Qatar con voglia e predisposizione al sacrificio. Ci migliorerà ulteriormente davanti. Siamo il secondo migliore attacco. Le mie squadre hanno sempre segnato tantissimi gol”, ha detto Inzaghi, dopo avere fatto gli ovvi complimenti alla squadra di Spalletti e avere chiarito di credere ancora nello scudetto. Perché non sia un’illusione, dovrà curare la difesa, che fin qui ha incassato 22 gol, tenere a bada le voci sulla possibile partenza di Skriniar (“mi fido di lui”) ha detto, e ruotare con intelligenza i giocatori. In regia giocherà Çalhanoglu. Con De Vrij a mezzo servizio è probabile che dietro col Napoli partirà Acerbi. E il campione del mondo Lautaro, rientrato per ultimo a Milano. potrebbe lasciare spazio a Dzeko di fianco a Big Rom.
Atalanta, Gasperini non chiede rinforzi: “Meglio qualcuno in meno”
Sull’Atalanta, e sulle sensazioni che le girano attorno, gravano le quattro sconfitte in cinque giornate rimediate prima della sosta. Così per quasi due mesi a Bergamo si è rimuginato sull’insoddisfazione, cosa che fa arrabbiare Gasperini, sempre sul piede di guerra contro quella parte di critica che non è dalla sua parte. “Se guardiamo le ultime partite”, dice, “sembra uno sfacelo, ma se le si considerano tutte abbiamo fatto un ottimo percorso. Oggi saremmo in Europa League”. Il ragionamento è corretto e l’Atalanta non è certo partita per un posto in Champions, ma nemmeno si può nascondere che finora la stagione sia proceduta in mezzo a un ginepraio di problemi, una parte dei quali potrebbero essere risolti dal mercato, perché Gasp non chiede che la rosa venga arricchita ma piuttosto sfalciata: “Non voglio rose corte ma giuste, quelle ampie servono solo per gettare fumo negli occhi. Preferisco avere qualcuno in meno, ho sempre fatto così”. Gennaio potrebbe dargli una mano: Boga e Malinovskyi sono in vendita così come un difensore tra Demiral e Djimsiti (od Okoli, ma solo in prestito) e un esterno tra Hateboer e Maehle.
Roma: Dybala ritrovato, Mourinho inquieto
Il passivo dell’ultimo bilancio approvato, 219 milioni, è il più alto di sempre e non autorizza a sognare spese folli. In più, la Roma deve affrontare le inquietudini di Mourinho, tentato dalle offerte di Portogallo e Brasile e deluso dai ritardi sul mercato. Lo Special One insiste per avere subito Frattesi, il Sassuolo chiede 35 milioni. Si lavora sulle contropartite tecniche, Bove e Volpato. Prima, però, la Roma deve vendere. Karsdorp è stato praticamente licenziato da Mourinho e ha fatto ricorso all’arbitrato per il trattamento subito, il club giallorosso non lo regala ma chiede 8 milioni: dopo un interesse della Juve, si è mosso solo il Fulham. Al suo posto l’idea è Bellerin del Barça. Shomurodov può finire al Torino o alla Cremonese. Il nuovo anno della Roma comincia dalla sfida emozionante davanti ai 60 mila dell’Olimpico contro il Bologna, in campo per la prima volta dopo la morte di Sinisa Mihajlovic. C’è un Dybala campione del mondo in più: scalpita subito per essere titolare. Recuperato Belotti, sta meglio Wijnaldum che potrebbe essere convocato già contro la Fiorentina.