I primi 5’ dell’Inter sembravano indicare un Napoli non in partita, poi la squadra di Spalletti è tornata a essere la solita. Possesso palla e tentativo di colpire, ma Osimhen e Kvara però non erano in serata e Skriniar e Acerbi hanno fatto una gran bella figura. L’Inter ha sfruttato il gioco in verticale, il gol di Dzeko arrivato dopo tre passaggi ne è la prova. Insomma, a volte verticalizzare è più importante che tenere palla. La squadra di Inzaghi ha chiuso gli inserimenti dei centrocampisti, gli avanti del Napoli hanno steccato, la gara è girata su quel particolare tattico. Comunque se fossi in Spalletti non farei particolari drammi. La sconfitta è venuta lottando, magari i big potevano essere cambiati prima ma la squadra ha comunque dato il 110%.
Vengo alla Juve. Sottolineo il grande lavoro di Allegri, che ha finalmente una truppa di giovani in grado di dare un cambio totale alla mentalità e al gioco. Alla prima ha già ha provveduto, al gioco un po’ meno. La Juve ha provato a cambiare pelle durante la partita, non sempre lo ha fatto bene (vedere le chance della Cremonese che ha preso due pali, uno clamoroso). Poi ha iniziato a trovare il bandolo della matassa: ha sbattuto contro il portiere Carnesecchi, che però è stato ingenuo sulla punizione di Milik. Sono tre punti importanti, che possono illudere da una parte e dare slancio e forza dall’altra. La difesa resta il punto di forza: la settima vittoria di fila è molto merito del reparto arretrato.
Il Milan è la squadra che mi ha impressionato di più. A Salerno ha fatto una partita meravigliosa, poteva fare 15 gol, tecnicamente ha fatto della cose straordinarie. Il neo sono i troppi errori sotto porta (ma Ochoa ha parato di tutto) che hanno comportato qualche rischio nel finale, ma Pioli può essere ottimista.
Infine, segnali incoraggianti dalla Roma: gioco scarso ma intanto ha vinto. Cosa non riuscita alla Lazio, troppo morbida nel secondo tempo di Lecce.