NAPOLI — Fuori i secondi. Sul ring dello scudetto non c’è più posto per i sogni di rimonta della Juventus, staccata ora di 10 punti e mortificata dalla bruciante sconfitta (5-1) subita al Maradona dal Napoli, al decimo successo interno di fila. Il corto muso di Allegri è andato a sbattere sull’ostacolo più alto della prova del 9, dopo le 8 vittorie di fila che avevano illuso i bianconeri di essere ritornati in corsa. Invece il duello con la capolista si è rivelato impari, perché la squadra di Spalletti ha la forza di un peso massimo come Osimhen (altra doppietta) e ha confermato di saper sferrare il colpo del ko, tramortendo gli avversari con una ferocia spaventosa. Per capire: la Juve non perdeva 5-1 da 30 anni, accadde a Pescara e le segnò un gol pure Allegri, su rigore.
La Signora aveva approcciato la boa del Maradona con il morale risollevato grazie alla solidità del suo reparto arretrato. Ma a mischiare le carte è stato in extremis e a sorpresa proprio Allegri, diffidando del motto più antico del calcio (“squadra che vince non si tocca”) e dimostrando di non avere una fiducia incrollabile nella difesa a oltranza. Nel 3-5-1-1 hanno trovato spazio quattro giocatori dalle caratteristiche offensive, con Di Maria alle spalle di Milik e l’impiego sulle fasce laterali di due incursori come Chiesa e Kostic. Un suicidio. Ha invece ostentato certezze sull’altra panchina Spalletti, che ha confermato in blocco il modulo (4-3-3) e gli 11 titolari con cui il Napoli aveva spiccato il volo dall’inizio della stagione, col chiaro obiettivo di ritrovare gli automatismi perfetti mostrati dagli azzurri fino alla sosta. I fatti hanno dato con il passare dei minuti ragione a entrambi gli allenatori, sia pure con qualche paradossale distinguo. Si è capito difatti abbastanza in fretta che sarebbe stata una partita movimentata, tant’è che a Osimhen è bastato meno di un quarto d’ora per recapitare di testa il primo pallone in fondo a una rete che era immacolata dall’8 ottobre (770′ d’imbattibilità). Si è quindi sgretolato subito il bunker più munito della Serie A, sotto i colpi del miglior attacco del campionato e nello specifico del capocannoniere del torneo, il cui centro numero 11 ha mandato in estasi i 60 mila tifosi.
Le pagelle di Napoli-Juventus: Osimhen irresistibile, Bremer imbarazzante
di Matteo Pinci
Il Napoli ha iniziato la gara con la determinazione agonistica e la lucidità che erano venute meno contro l’Inter e in parte con la Samp, premiando la scelta di Spalletti di non toccare in alcun modo il suo giocattolo. Per Allegri c’è stata invece la parziale consolazione di non dover correre ai ripari dopo lo svantaggio, visto la Juve aveva già in campo le sue armi migliori per provare a risalire la corrente. Vero è che difendersi con tanti attaccanti non è stata una buona idea e che è stato il Napoli a tenere in pugno l’iniziativa, con Chiesa richiamato invano dalla sua panchina ai raddoppi di marcatura su Kvaratskhelia. Ma è bastato un lampo della qualità di Di Maria (su errore di Rrahmani) per mettere almeno in equilibrio l’inerzia della sfida, con l’argentino che ha timbrato l’incrocio dei pali.
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Netta e inattesa la supremazia di entrambi i reparti offensivi sulle difese avversarie, che ha caratterizzato con lampante evidenza soprattutto per il malcapitato Szczesny il resto della partita. Prima dell’intervallo sono arrivati infatti altri due gol: il raddoppio di Kavaratskhelia (svarione di Bremer) e la risposta di Di Maria, entrato in area azzurra senza opposizioni. Ma affrontare in campo aperto il Napoli è stato alla distanza per Allegri un errore capitale, anche se Meret ha corso un altro brivido su Chiesa. A Spalletti è bastato infatti rinforzare gli ormeggi nell’intervallo con Elmas e non c’è stata più storia, con la Juve in tilt e messa al tappeto dai colpi di Rrahmani, dello scatenato Osimhen e di Elmas. La coperta bianconera era rattoppata e corta.
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Napoli batte Juve 5-1 (2-1)NAPOLI (4-3-3): Meret, Di Lorenzo, Rrahmani, Kim, Mario Rui (25′ st Olivera), Anguissa, Lobotka, Zielinski (33′ st Ndombelè), Politano (1′ st Elmas), Osimhen (33′ st Raspadori), Kvaratskhelia (43′ st Lozano). (30 Sirigu, 12 Marfella, 55 Ostigard, 5 Juan Jesus, 24 Bereszynski, 31 Zedadka, 70 Gaetano, 4 Demme, 23 Zerbin, 18 Simeone). All.: Spalletti.JUVENTUS (3-5-1-1): Szczesny, Danilo, Bremer, Alex Sandro, Chiesa (27′ st Miretti), McKennie, Locatelli (11′ st Rrahmani), Rabiot (37′ st Soulè), Kostic, Di Maria (27′ st Iling), Milik (11′ st Kean). (36 Perin, 23 Pinsoglio, 15 Gatti, 24 Rugani, 44 Fagioli). All.: Allegri.Arbitro: Doveri di Roma.Reti: nel pt 14′ Osimhen, 38′ Kvaratskhelia, 41′ Di Maria; nel st 9′ Rrahmani, 19′ Osimhen, 26′ Elmas.Angoli: 5-2 per la Juventus .Recupero: 2′ e 3′.Ammoniti: Danilo per gioco scorretto.Spettatori: 60 mila.
Juventus, l’ultima sconfitta per 5-1 contro il Pescara: Allegri segnò ai bianconeri su rigore
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