MILANO – Alla fine il direttore generale del Tesoro non sarà più Alessandro Rivera. Il ministro Giorgetti, colui che difendeva la permanenza del super-tecnico che ha in mano anche i rapporti con Bruxelles sulle materie dei conti pubblici, ha inviato alla Presidenza del Consiglio, in vista del Cdm di questa sera, la proposta di nominare dg del Tesoro Riccardo Barbieri.
Confermato alla Ragioneria, come d’attese, Biagio Mazzotta. Cambio alla amministrazione generale del personale (Dag) e dei servizi con Ilaria Antonini, che sostituisce Valeria Vaccaro.
Chi è il nuovo dg del Tesoro
Riccardo Barbieri Hermitte, classe 1958, è una scelta interna: dal 2015 è capo economista responsabile della direzione I Analisi Economico Finanziaria del dipartimento del Tesoro dopo venticinque anni trasforsi nella ricerca di alcune delle maggiori banche d’affari mondiali. Alla sua struttura, per intendersi, ha fatto capo la redazione di documenti fondamentali come il Def. A chiamarlo al Tesoro era stato, nell’estate del 2015, l’allora ministro del governo Renzi, Pier Carlo Padoan.
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di Giuseppe Colombo
Romano cresciuto a Milano, ha studiato alla Bocconi prima di andare negli Usa alla New York University per il Ph.D. Dopo un periodo di insegnamento presso entrambi gli atenei, negli anni Novanta è entrato in JP Morgan come capo economista e responsabile della ricerca in Italia. Nel ’95, recita il suo cv, è andato a Londra per diventare Senior Economist della Morgan Stanley per l’Europa meridionale e ricoprendo poi vari ruoli fra cui quello di Capo Economista per i Mercati Emergenti. Nel 2007-2009 Barbieri ha lavorato per la Bank of America. Dopo l’acquisizione di Merrill Lynch, è diventato Chief International Economist e Global Head della ricerca su mercati obbligazionari e valute. Uscito da Bank of America, nel 2010 Barbieri ha svolto consulenze ed ha tenuto alcune lezioni alla London School of Economics, prima di approdare alla Mizuho International nel gennaio 2011 diventando il capo dell’Independent Research Department e Chief Economist della succursale londinese della banca d’investimento giapponese Mizuho Securitie.
Il suo nome quindi pone fine alla querelle su Rivera, la cui riconferma aveva trovato il blocco da parte della premier Meloni, che – in vista della scadenza dello spoils system prevista per il 24 gennaio – aveva fatto sapere chiaramente agli alleati che Rivera sarebbe stato sostituito. Ieri pomeriggio, in un faccia a faccia con lo stesso Giorgetti a Palazzo Chigi, la premier ha ribadito la sua intenzione nonostante il voto favorevole alla conferma arrivato dai vertici istituzionali e dalle fondazioni bancarie. Tra i nomi che si erano fatti per la sostituzione, il più quotato era quello di Antonino Turicchi, attuale presidente di Ita.
Il saluto di Giorgetti
“Il ministro Giancarlo Giorgetti ringrazia gli uscenti per il lavoro svolto con dedizione e competenza”, si legge nella nota che annuncia gli avvicendamenti. “Inoltre il ministero dell’economia e delle finanze presenterà una proposta di riforma del modello organizzativo con lo scopo di assicurare il raggiungimento degli importanti obiettivi assegnati in primo luogo a livello europeo e internazionali tramite una diversa articolazione della struttura dipartimentale”.