ROMA – Con una ventina di minuti di ritardo è iniziato il nuovo processo sulle plusvalenze, remake di quello che tra aprile e maggio del 2022 aveva portato solo proscioglimenti: per la Juventus e le altre società coinvolte. Si riparte dopo la richiesta di revocazione della Procura, figlia dell’inchiesta Prisma della Procura di Torino: intercettazioni, appunti, documenti, il celebre “Libro nero di FP”, in cui il dirigente juventino Cherubini aveva appuntato il modus operando dell’ex ds Fabio Paratici biasimando il ricorso eccessivo a scambi con i giovani a prezzi elevati che ingolfavano gli ammortamenti. E ancora email e documenti in cui lo scambio tra squadre viene pensato senza preoccuparsi di individuare i nomi dei giocatori da scambiare, sostituiti da delle “x”, ma inserendo già i valori.
Non c’è solo la Juve, collegata per seguire l’udienza da remoto: all’appello che ha aperto il processo sportivo hanno risposto Sampdoria, Empoli, Genoa, Parma, Pisa, Pescara, Pro Vercelli e il vecchio Novara. Tra i dirigenti convocati, spicca ovviamente il vecchio vertice della Juventus, con Agnelli, Paratici, Nedved e Arrivabene, oltre a Cherubini, unico ancora in sella. A giudizio anche l’ex presidente della Samp Ferrero, Corsi dell’Empoli insieme alla figlia Rebecca, oggi consigliere di Lega Serie A. In apertura, la parola al procuratore Giuseppe Chinè, per la requisitoria che deve motivare la richiesta di revocazione. E subito richieste estreme: “penalizzare di 9 punti la Juventus”, ha chiesto Chinè. E poi: 16 mesi di inibizione per Agnelli, 20 mesi e 10 giorni per Paratici, 10 mesi per Cherubini e 12 mesi per tutti altri consiglieri della Juventus.
Poi, la palla passerà alle difese. La Corte deve decidere se ammettere la revocazione o chiudere definitivamente questo capitolo. Una decisione in questo senso è attesa in serata.