ROMA – Rifondare il Pd, fino magari a cambiarne anche il nome. Ridiscutere tutto, alla radice. O, al contrario, restare ancorati alle basi poste al Lingotto, nel 2007, non ritoccare simboli e valori fondativi. È la discussione che emerge nell’Assemblea costituente, con cui si chiude l’èra di Enrico Letta e si avvia il grande ritorno dei bersaniani, dopo la scissione dal Pd di Renzi.
Sinner, la legge del più forte che sfiora la perfezione
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