Non aspettano neanche i primi dati consolidati per festeggiare, i dirigenti del centrodestra. Nel Lazio e in Lombardia gli exit poll annunciano una vittoria comoda per Francesco Rocca e Attilio Fontana. E gli alleati di governo esultano per un dato che, dicono da FdI, sembrerebbe migliore di quello delle elezioni Politiche. “Complimenti a Rocca e Fontana per la netta vittoria alle regionali, sono sicura che daranno il massimo per onorare il mandato ricevuto dai cittadini. Il risultato consolida la compattezza del centrodestra e rafforza il lavoro del governo”, scrive su Twitter la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha telefonato ai due vincitori per congratularsi.
Non può che ammettere la vittoria del centrodestra Enrico Letta, segretario del Pd. “Il dato che esce dalle urne in Lombardia e nel Lazio è chiaro. Il centrodestra – dice – vince. Non possiamo, quindi, essere contenti di questo risultato complessivo, reso ancora più grave dalla preoccupante crescita dell’astensione”. Ma, precisa Letta, “in un quadro politico per noi particolarmente complicato e con il vento chiaramente contro, il Pd ottiene un risultato più che significativo, dimostra il suo sforzo coalizionale e respinge la sfida di M5S e Terzo Polo”. Il segretario uscente sottolinea: “Il tentativo ripetuto di sostituirci come forza principale dell’opposizione non è riuscito. L’Opa contro il Pd ha fatto male a chi l’ha tentata. Ci auguriamo che questo risultato dimostri finalmente a M5S e Terzo Polo che l’opposizione va fatta al governo e non al Pd. Il Pd rimane saldamente seconda forza politica e primo partito dell’opposizione”.
Il centrodestra
“Vittoria. Grazie Lombardia. Grazie Lazio”, gioisce su Twitter, il leader della Lega Matteo Salvini.”Se gli exit poll rispondono a verità, è un successo del centrodestra, nel Lazio molto consistente ma anche in Lombardia. E’ un voto di fiducia nel governo”, commenta a caldo al Tg1 il vicepresidente di FI e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Si tratta, prosegue, di “un voto di fiducia al centrodestra. Invece bisogna lavorare su un altro dato, la scarsa partecipazione al voto“. “Se confermato, è un dato superiore anche rispetto a quello delle elezioni politiche, conseguito tre mesi fa: un apprezzamento che cresce”, dichiara Francesco Lollobrigida, ministro ed esponente di primo piano del partito di Giorgia Meloni. “Buona parte dell’astensione è riferibile all’opposizione. Sono abbastanza convinto che sia dovuto alla loro mancanza di proposta politica. Non parlano di cosa vogliono realizzare, pensano solo al fango, e dall’elettorato del centro sinistra è arrivato un segnale chiaro”.
“Complimenti a Fontana e Rocca per la meritata elezione alla guida di due fondamentali Regioni della Nazione. Lavoreremo insieme con passione e impegno perché le vostre Regioni sono luoghi esemplari della nostra cultura”, scrive su Twitter il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Per Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, “il calo dell’affluenza non ha danneggiato il centrodestra, come di solito succedeva. Guadagniamo 4 punti in Lombardia e 8 nel Lazio, rispetto alle scorse politiche”. Il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti, chiosa: “Dopo il trionfo delle politiche, spazzata via la sinistra anche nel Lazio e in Lombardia, alla quale adesso non resta che piangere. Il centrodestra unito stravince, ma soprattutto convince gli elettori”. E il vicecapogruppo, Alfredo Antoniozzi ironizza: “Nel Lazio e nella Lombardia per la sinistra, come direbbe Mourinho, ‘zeru titoli'”.
Il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, sottolinea: “Se il risultato fosse confermato sopra al 50% sarebbe clamoroso”. E aggiunge: “Abbiamo fatto bene a candidare Francesco Rocca alle regionali del Lazio e ho fatto bene a sostenerlo: siamo amici da una vita”. Il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, aggiunge: “Mi pare che la tendenza al momento sia che il centrodestra sta consolidando il trend dei mesi passati. Nel Lazio sarebbe importante che la regione passasse dalla sinistra al centrodestra. Una tendenza importante che si consolida”.
Per Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati “queste elezioni confermano che il centrodestra vince quando si presenta unito con il contributo delle quattro forze che lo compongono – Fdi, Lega, Fi e Noi Moderati – con candidati autorevoli e credibili ed un programma condiviso”. Soddisfatta anche l’Udc.
Il centrosinistra
Dal Pd il candidato alla segreteria, Stefano Bonaccini, commenta amareggiato: “La sconfitta di oggi è in continuità con quella delle politiche del 25 settembre scorso, dove un Pd ridotto e un campo progressista diviso regalano un’altra vittoria alla destra, anche quando è in difficoltà”. Insomma, sostiene, “credo non ci sia proprio nulla da rimproverare ai nostri due candidati, Pierfrancesco Majorino e Alessio D’Amato, che anzi ringrazio. Dobbiamo chiudere questo capitolo e aprirne uno nuovo, dove il Pd torna centrale e attrattivo”. Ma, ci tiene a precisare lanciando una freccitadina a 5S e Terzo Polo, “la legge elettorale delle Regionali, che è a turno secco, prevederebbe il massimo delle alleanze possibili. Credo che questo debba essere tenuto a mente per il futuro, e lo dico alle altre due opposizioni, che se vorranno continuare ad andare ognuno per sè diventeranno i migliori alleati della destra. Ora dovremmo provare a costruire un’opposizione”.
Ma Carlo Calenda, leader di un Terzo Polo che esce decisamente ammaccato dai risutati, replica a Bonaccini infastidito: “Una certezza nella vita: il Pd non perde mai. E se perde è sempre colpa di qualcun altro. Caro Bonaccini avete e abbiamo perso perche’ siamo minoranza in un paese che non vota. Occorre andare comune per comune a riprendere i voti. Politicismi e alchimie non funzionano”. Poi analizza i risultati nel Lazio e in Lombardia: “La scelta degli elettori è stata chiara e inequivocabile: vince la destra ovunque – scrive Carlo Calenda su Twitter – Il centro e la sinistra non sono mai stati in partita, neanche uniti, neanche nell’ipotetico formato del campo largo. Letizia Moratti è stata coraggiosa e si è spesa moltissimo, ma fuori…”.
Calenda riflette ancora: “Il centro e la sinistra non sono mai stati in partita, neanche uniti, neanche nell’ipotetico formato del campo largo. Letizia Moratti è stata coraggiosa e si è spesa moltissimo, ma fuori dal bacino di voti del Terzo Polo non siamo riusciti ad attrarre consensi”. E, precisa il leader di Azione, “la stessa cosa è accaduto a D’Amato, a cui vanno tutti i nostri ringraziamenti, rispetto al bacino dei voti Pd-Terzo Polo. Per quanto riguarda la nostra lista i risultati sono stati particolarmente penalizzati dal meccanismo bipolare delle elezioni regionali e della minor presenza del voto di opinione. La costruzione di un partito unico del centro riformista, liberale e popolare diventa ancora più urgente”.
Dà ragione a Calenda l’ex ministra Elena Bonetti: “La costruzione di un partito unico del centro riformista liberale e popolare va fatta adesso. Adesso, non domani. Per non lasciare agli altri l’eredità deli nostri ‘adesso’ traditi (cit.Mazzolari)”.
Sente la necessità del rinnovamento anche Elly Schlein, candidata alla segreteria dem: “La sconfitta in Lazio e Lombardia è netta, malgrado gli sforzi generosi dei nostri candidati e di chi si è speso per la campagna. Ora bisogna cambiare per davvero, nella visione, nei volti e nel metodo. Solo così si potrà ricostruire un campo progressista e tornare a vincere insieme”. Non è contento del risultato neanche Gianni Cuperlo, che su Twitter scrive: “Vince la destra. Perde il centrosinistra. Senza un Pd rifondato non c’è alternativa possibile. Solo il Pd, pure se rifondato, non basterà. Per dirlo bastano meno di 148 caratteri. Per capirlo speriamo non servano 5 anni”.
La vicepresidente dem, Irene Tinagli, ribadisce comunque che, nonostante la sconfitta, “il Pd si conferma il primo partito di opposizione ed il secondo del Paese: non abbiamo vinto contro una destra che certamente si avvantaggia dell’onda governativa più che della buona amministrazione di cui è capace”. E la capogruppo al Senato, Simona Malpezzi, sottolinea: “La nostra ambizione dovrebbe essere la vocazione maggioritaria. Gli alleati vengono solo successivamente. Dobbiamo essere attrativi”. Andrea Orlando si rifà invece alle parole di Letta e lancia un messaggio preciso a Terzo Polo e M5S: “Divisi non solo si perde ma non si porta nemmeno la gente a votare. Le due opa sono state bloccate ma questo non può consolarci”.
Ettore Rosato, di Italia viva, sottolinea: “Quando la partecipazione è molto bassa prevale un voto di mobilitazione, di cui non siamo beneficiari. Il nostro è soprattutto un voto di opinione”. Mentre, Mariastella Gelmini, vicesegretaria di Azione, commenta: “La destra ha vinto nettamente le elezioni regionali. Ciò è avvenuto più per il traino di partiti (specie Fratelli d’Italia) ancora in luna di miele con gli elettori che per i propri meriti, programmi, candidati”. Ora però, “Azione e Italia Viva devono proseguire nel percorso che hanno avviato per la costruzione di un nuovo contenitore politico che dia risposte anche ai tanti elettori che, in questa tornata elettorale, sono rimasti a casa”.
Non nasconde la delusione per i risultati il sindaco dem di Pesaro, Matteo Ricci. “Male la sconfitta nel Lazio e in Lombardia. Male l’affluenza che colpisce soprattutto noi. Male le opposizioni divise e non competitive. Ricostruire sarà un lavoro duro ma risorgeremo. Ripartiamo da chi ha la forza popolare per un cambiamento vero. Il 26 febbraio con Stefano Bonaccini”.
Il coordinatore nazionale di Articolo 1, Arturo Scotto, su Twitter commenta: “Majorino e D’Amato hanno combattuto a mani nude e con generosità. Impossibile vincere quando il campo progressista si divide. Soprattutto in un’elezione a turno unico. La matematica non è un’opinione. Ma in questo caso la matematica è politica”. Da Sinistra italiana il portavoce Nicola Fratoianni sottolinea: C’è un dato che emerge da queste elezioni. È del tutto evidente che, di fronte a un centrodestra unito, sempre unito, un’opposizione che si frantuma in forme diverse non è in grado di giocare la partita”.