Il dolore non basta, bisogna agire. È il monito di Sergio Mattarella che, intervenendo all’inuaugurazione dell’anno accademico dell’università di Potenza, ha sottolineato: “Di fronte all’evento drammatico avvenuto sulle coste calabresi il cordoglio deve tradursi in scelte concrete, operative, da parte di tutti, dell’Italia e della Ue, perché questa è la risposta vera”. Un richiamo al dovere del governo e di Bruxelles, affinchè tragedie come la strage di Cutro non avvengano più.
“Sulle coste della Calabria si è verificato un tragedia che ha coinvolto e commosso il nostro Paese”, ha dichiarato il presidente della Repubblica, che al termine del suo intervento è stato salutato con applausi e una standing ovation. E a pochi giorni dal Consiglio dei ministri convocato dalla premier Giorgia Meloni nel pomeriggio di giovedì 9 marzo a Cutro, il capo dello Stato ha sottolineato: “I migranti lasciano la loro terra per cercare un futuro altrove”. Parole di comprensione, quelle del Capo dello Stato, con cui stridono invece le frasi (contestate dall’opposizione) del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che aveva parlato di “irresponsabilità di quei genitori che mettono in pericolo la vita dei loro figli”.
Il capo dello Stato ha ricordato in particolare le radici afghane di molti dei migranti e delle vittime di Cutro: “I profughi afgani ci hanno fatto tornare in mente quanto il nostro Paese ha fatto due anni fa, con la presa del potere dei talebani, per portare in Italia tutti i cittadini che hanno collaborato. Nessuno è stato lasciato, tutti sono stati accolti in Italia. Ci tornano in mente le scene dei cittadini che all’aeroporto imploravano un passaggio e ci fanno comprendere perchè intere famiglie cercano di lasciare la loro terra per cercare un futuro altrove”.
Zuppi, chi non ha casa va accolto
Al monito di Mattarella si sommano le parole del presidente della Cei e arcivescovo di Bologna. “L’accoglienza è l’unico messaggio possibile. Chi non ha casa, va accolto”, ha chiarito il cardinale Matteo Zuppi in un’intervista al Sir. “Dobbiamo metterci sempre nei panni degli altri. Chi ha perduto tutto e deve scappare, deve trovare accoglienza. Non ci sono alternative – ha aggiunto – Quello all’emigrazione era un diritto garantito per tutti gli uomini, prima che sorgessero muri e nascessero paure. Tanto più per chi scappa da guerra, violenza o fame. Mettere in contrapposizione questo con il nostro futuro, significa non volere il futuro. L’accoglienza apre al futuro, la chiusura fa perdere anche il presente”.
Tajani: “Guardia costiera e Finanza hanno sempre fatto il loro dovere”
Intanto, dopo l’appello di Papa Francesco, Antonio Tajani ribadisce che “i trafficanti devono essere colpiti con grande fermezza”. Intervenendo alla 14esima riunione plenaria del network europeo del Corpo della Guardia di Finanza ia Roma, il ministro degli Esteri ha detto: “La Guardia di finanza e la Guardia Costiera hanno sempre fatto il loro dovere anche con alto sprezzo del pericolo, compresa l’ultima vicenda con decine di vittime innocenti sfruttate da criminali senza scrupoli che li hanno portati a morire a poche decine di metri dalle coste italiane”.
Poi a Tgcom24 ha aggiunto: “Dobbiamo favorire l’immigrazione regolare. Possiamo portare decine di migliaia di immigrati regolari in Italia, formati nei loro Paesi, perché le nostre aziende ne hanno bisogno. Poi servono investimenti: l’Italia può fare tanto ma rischia di essere una goccia nel mare nella questione della migrazione. L’Italia da sola non basta perché il fenomeno è troppo grande, serve più solidarietà europea”.