MILANO – Non solo aliquote ridotte e – nel lungo periodo – flat tax anche per i dipendenti. Nel cantiere di riforma dell’Irpef, uno degli assi intorno a cui si regge la delega fiscale a cui sta lavorando il governo, c’è anche l’intenzione di rivedere il sistema di detrazioni e sconti fiscali. Anche perché se davvero l’obiettivo è arrivare, come scrive il governo, a una tassa piatta, l’unico modo per finanziare la misura è attingere da questo bacino che oggi costa allo Stato 165 miliardi.
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Cosa c’è nella bozza: salve spese sanitarie, mutui e istruzione
Trattandosi di un disegno di legge delega, la bozza del testo che circola in queste ore e visionata da Repubblica, 22 articoli in 30 pagine, contiene soltanto delle indicazioni di massima, che il governo dovrà poi tradurre in elementi più concreti attraverso i decreti attuativi. È l’articolo 5 a dettagliare quali sono le intenzioni dell’esecutivo su questo fronte. La revisione dell’Irpef, si legge, passerà anche dal riordino “delle detrazioni dall’imposta lorda e dei dei crediti di imposta tenendo conto della loro finalità, con particolare riguardo alla composizione del del nucleo familiare, della tutela del bene della casa, di quello della salute delle persone , dell’istruzione, della previdenza complementare, nonché degli obiettivi di miglioramento dell’efficienza energetica e della riduzione del rischio sismico”
Dalle indicazioni fornite dal governo traspare quindi l’intenzione di salvare sicuramente gli sconti fiscali legati ai mutui per la casa, le spese sanitarie e scolastiche, così come quelli relativi al versamento dei contributi per la previdenza complementare o le spese per l’efficientamento energetico e il rischio sismico.
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Verso nuovo meccanismo: sconti più bassi all’aumentare del reddito
Il governo però non starebbe lavorando soltanto a un disboscamento delle tax expenditures esistenti. Allo studio c’è un impianto a forfait, legato al reddito: vale a a dire che più cresce l’imponibile, minore è lo sconto sulle tasse con l’ipotesi di un azzeramento oltre una determinata soglia di reddito, che non beneficerebbe quindi più di alcuni o tutti gli sconti fiscali.
Anche l’intelligenza artificiale per stanare gli evasori
Nelle 30 pagine di documento si profilano però anche novità importanti in tema di lotta all’evasione. La delega mette in fila alcuni dei nuovi strumenti che il governo vorrebbe mettere in campo: piena utilizzazione dei dati, potenziamento dell’analisi del rischio e ricorso alle tecnologie digitali e alle soluzioni di intelligenza artificiale, pur nel rispetto della tutela dei dati personali per “prevenire e ridurre l’evasione ed elusione fiscale”. Allo stesso tempo il governo vuole incoraggiare il più possibile la collazborazione da parte dei contribuenti: si prevede infatti il “rafforzamento del regime di adempimento collaborativo” o “l’aggiornamento e l’introduzione di istituti, anche premiali, volti a favorire forme di collaborazione tra l’Amministrazione finanziaria e i contribuenti”.