Slitta a domani l’esame nell’aula del Senato del decreto Cutro. Così ha stabilito la conferenza dei capigruppo. Così come previsto, dopo giorni di inutile manfrina, il decreto Cutro approvato dal governo dopo il naufragio, approderà in aula nel suo testo originale. Per approvare le modifiche, a cominciare da quella contestatissima dell’abolizione della protezione speciale, si dovrà ricominciare tutto dall’inizio con la presentazione di nuovi emendamenti da parte di maggioranza e opposizione.
La maggioranza ripropone l’emendamento che da un taglio quasi totale ai permessi speciali ma le crepe tra i partiti di governo non si sono affatto risanate. Anzi: la Lega non si fida delle intenzioni degli alleati e ha deciso di non accantonare i suoi 21 emendamenti che dj fatto ripropongono i contenuti del decreto Salvini. Emendamenti ai quali in commissione il governo non ha neanche dato il suo parere
Visto l’empasse e il numero enorme di emendamenti e subemendamenti ancora da approvare la commissione Affari costituzionali ha dunque gettato la spugna interrompendo i lavori e mandando il testo originario del decreto in commissione senza relatore.
Il decreto con i nuovi emendamenti dovrebbe essere approvato dall’aula entro domani prima del passaggio a Montecitorio.
“Abbiamo concluso poco fa i lavori senza arrivare ad un testo emendato- dice il capogruppo del Pd in commissione Giorgis – abbiamo presentato emendamenti di merito. Ma non è stato possibile concludere in commissione il percorso e il presidente ha rinviato tutto all’aula. Gli emendamenti della maggioranza sono peggiorativi perché riscrivono il sistema di accoglienza potenziando i Cpr e i tempi di trattenimento. Non siamo riusciti a concludere anche perché il governo ha preso tempo e non ha neanche dato il suo parere alle proposte della Lega. Di fatto noi non sappiamo neanche in quale formulazione il decreto approderà a Montecitorio”