Maria Teresa Bellucci (Lavoro): “Il taglio del cuneo diventerà strutturale. Anche sopra i 35 mila euro”

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ROMA – “La risposta al lavoro povero è il taglio del cuneo che renderemo strutturale a piccoli passi: cinque punti in cinque anni. Non è vero che allunghiamo i contratti a termine, ma rendiamo le causali congrue e applicabili. E non facciamo cassa sui poveri, anzi diamo più soldi alle famiglie numerose. E a chi si attiva: se ci sono quattro adulti e tutti e quattro frequentano un corso di formazione prendono 350 euro a testa”. Maria Teresa Bellucci, viceministra del Lavoro (FdI), difende il decreto Lavoro appena varato dal governo.

La buonuscita da 500 euro in welfare sembra però il prezzo da dare alla precarietà.“Al contrario. L’azienda paga di più se non stabilizza, questa la ratio. Disincentivare i contratti a tempo”.

Il presidente Mattarella dice che “il lavoro precario stride con la crescita“. Come interviene il decreto Lavoro per arginarlo?“In continuità con quanto fatto in legge di Bilancio, aggiungendo altri incentivi. Quello pari al 60% della retribuzione mensile lorda alle aziende che assumono Neet, cumulabile con la decontribuzione per under 36 prevista in manovra. Quelli legati alle assunzioni stabili di percettori di Adi e Sda, l’Assegno di inclusione e lo Strumento di attivazione, fino a 24 mesi. E quelli per Terzo Settore e agenzie private che collocano disabili. Strumenti che renderemo strutturali nei prossimi anni”.

E la liberalizzazione dei contratti a termine?“Veniamo accusati di estendere i contratti a tempo determinato. Ma non è vero, durano sempre 24 mesi. Facciamo solo chiarezza: per i primi 12 mesi non ci sono causali come ora, per i secondi 12 mesi abbiamo inserito causali congrue e applicabili, rimandando tutto alla contrattazione nazionale e aziendale che è un elemento di garanzia, al contrario dei contratti pirata che rappresentano una deriva non dignitosa”.

I voucher sono dignitosi?“Li abbiamo potenziati in settori molto limitati come turismo, fiere ed eventi. Non credo in una rigidità normativa che d’incanto crea stabilità. Credo invece in una flessibilità buona e virtuosa che aumenta le opportunità. E che va sempre inserita in un contesto di controlli e legalità”.

Il governo è contrario al salario minimo per legge. Come intende contrastare il lavoro povero?“Il salario minimo legale rischia di livellare verso il basso le retribuzioni. La risposta al lavoro povero deve arrivare soprattutto dalla contrattazione nazionale. E dal taglio al cuneo fiscale”.

Quello appena varato sembra una tantum. Ci sarà nel 2024?“Il decreto Lavoro alza fino a 7 punti il taglio già in vigore. Un intervento che, su base annuale, vale più di 10 miliardi. E che ci impegniamo a rendere strutturale, in modo graduale, fino ai cinque punti in meno in cinque anni”.

Non ci sono spazi fiscali però, a giudicare dal Def.“Ci dicevano così anche prima. E invece sono spuntati 4 miliardi perché abbiamo efficientato la spesa e fatto delle scelte, anche difficili, su Superbonus e accise, caricandoci gli errori del passato e prendendoci le critiche. Scelte che ora pagano. L’obiettivo sul taglio del cuneo è di andare anche oltre i 35 mila euro di reddito, in sinergia con la riforma dell’Irpef. Troveremo altri spazi”.

Cancellate il Reddito di cittadinanza per fare cassa?“Non risparmiamo nulla, anzi usiamo tutti e 7 i miliardi. Piuttosto cambiamo paradigma. Sosteniamo le fragilità e incoraggiamo chi può lavorare. Non può passare la cultura che lo Stato ti paga a prescindere da quello che fai. Ai fragili diamo più di prima, realizzando le richieste della commissione Saraceno: più soldi alle famiglie con molti figli, più soldi ai disabili, compatibilità con un reddito da lavoro fino a 3 mila euro all’anno, requisito di residenza da 10 a 5 anni. Dovremmo ricevere un plauso”.

Il mondo cattolico dice che è sbagliato definire “occupabili” i nuclei senza minori, disabili, over 60. Perché tra questi ci sono pure i fragili, come i senza dimora.“Ho fatto la volontaria per qualche tempo, tra stazione Termini e Tiburtina a Roma. Sono una psicologa e psicoterapeuta e credo che quello dei senza dimora sia una fragilità da affrontare ad hoc. Sono pronta ad aprire un tavolo subito con il Terzo settore su questo tema. Più che di soldi, qui bisogna parlare di servizi socio-sanitari”.

E gli altri occupabili?“Chi ha tra 18 e 59 anni, senza patologie né disabilità, si dovrà attivare con corsi di formazione, lavori di pubblica utilità, servizio civile. E mentre lo fa riceve un’indennità da 350 euro al mese fino a 12 mesi. Se ci sono quattro adulti, prendono più di ora: 350 a testa. Se il 56% dei poveri oggi non è stato raggiunto dal Reddito, come dice la Caritas, e abbiamo più poveri assoluti dopo aver speso 24 miliardi, allora possiamo ben dire che il Reddito di cittadinanza ha fallito. Noi cambiamo paradigma. Senza lasciare indietro nessuno”.

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