“Dimettiti, è la sola cosa sensata da fare”. Così la scrittrice Michela Murgia su Instragram si rivolge a Ricardo Levi, presidente dell’associazione editori italiani, finito al centro delle polemiche per la sua decisione (poi rivisita) di chiedere a Carlo Rovelli di “farsi da parte” e non partecipare per l’Italia alla Fiera di Francoforte. Una scelta dettata dallo scontro suscitato dallo scienziato durante il Concertone del Primo maggio a Roma criticando il ministro della Difesa Guido Crosetto. “Il fatto di avere espresso una critica politica è stata sufficiente a fargli saltare la conferenza“, attacca Murgia sui social.
“Che cosa è accaduto dopo? Quello che nomalmente accade in una democrazia- prosegue – Rovelli ha pubblicato la lettera in cui gli si comunicava di farsi da parte e si sono sollevate così tante vocie per difendere la libertà di parola critica che alla fine i ministri Crosetto e Sangiuliano, non proprio campioni della libertà di parola altrui, hanno detto di non aver mai chiesto una cosa simile”.
A quel punto Levi nell’intervista rilasciata a Repubblica fa dietrofront e rinnova l’invito a Rovelli a partecipare alla fiera di Francoforte e spiega perchè non si dimetterà. “Peccato perchè la sola cosa sensata da fare”, commenta Murgia. E prosegue: “Come autrice esposta politicamente non mi sento per niente garantita dall’avere al vertice dell’Aie un uomo disposto a vendere il diritto di parola di un intellettuale per compiacere il potere”. E conclude: “Come dice Chiara Valerio sul suo editoriale” su Repubblica, “è una pura questione di metodo”.
Sul tema infine interviene anche l’Anpi: “Auspichiamo che la vicenda non si chiuda con una opportunistica archiviazione, ma che resti attiva la mobilitazione delle coscienze democratiche contro ogni discriminazione del pensiero critico”.