Karim Aïnouz è un regista brasiliano di 57 anni che si presenta in concorso a Cannes con un film così inglese, che più inglese davvero non si può. Miracoli della globalizzazione. Si intitola Firebrand, parola di difficile traduzione che indica un fervente militante di una causa: religiosa, politica, di qualunque tipo. Nella fattispecie, la “firebrand” del titolo è Catherine Parr (la svedese Alicia Vikander, altro effetto della globalizzazione), l’ultima delle sei mogli di Enrico VIII re d’Inghilterra (Jude Law, quasi irriconoscibile), quella che gli sopravvisse dopo aver rischiato la testa per l’eccessivo zelo religioso.
Un femminicidio ogni tre giorni. Ma sempre più donne chiedono aiuto
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