TORINO – Arriverà oggi la decisione della Corte d’appello federale della Figc sulla questione plusvalenze che coinvolge la Juventus. Si parte alle 10 con il processo in remoto e la corte, in composizione diversa rispetto all’ultima volta, presieduta da Ida Raiola: dovrà rimodulare la penalizzazione o riscrivere le motivazioni dopo la sentenza del Collegio di garanzia presso il Coni che aveva rinviato alla corte il procedimento con la relativa penalizzazione di 15 punti.
Ora la nuova penalizzazione
A questo punto, è attesa soltanto la sentenza della Corte d’Appello ch quantifichi la nuova penalizzazione. La Juventus potrà nuovamente appellarsi al Collegio di garanzia presso il Coni se considererà violati i suoi diritti alla difesa o se individuerà un vizio di forma tale da annullare l’iter processuale. Nel frattempo è arrivato anche il deferimento della procura federale per la “manovra stipendi”: il rischio è di un nuovo processo sportivo, ma è ancora possibile anche un patteggiamento. A seguire, una volta definita la penalizzazione per il filone “plusvalenze”, arriverà anche una decisione della Uefa sulla violazione del settlement agreement. L’ipotesi è l’esclusione di un anno dalle coppe, ma il club bianconero spera di evitarla. Inoltre il 19 maggio è arrivato il deferimento del club e di sette dirigenti, per le due “manovre stipendi” con violazione dell’articolo 4.1. Si arriverà a una sentenza a campionato finito ma a stagione ancora in corso, visto che si conclude il 30 giugno. Se dal punto di vista sportivo il processo alla Juventus è in fase avanzata, almeno per il filone plusvalenze, per quanto riguarda il processo penale la prossima tappa, dopo l’udienza preliminare del 10 maggio in cui il Gup di Torino, Marco Picco, ha rinviato la decisione sulla competenza territoriale alla Cassazione, è fissata per il 26 ottobre, data in cui si capirà se il processo proseguirà a Torino o sarà trasferito a Milano o Roma, come richiesto dal club bianconero.
Le tappe precedenti
Come si è arrivati a questo punto? Tutto iniziò nel novembre 2021, quando la Guardia di Finanza perquisì le sedi della Juventus a Torino e Milano alla ricerca di documenti inerenti l’acquisto e la cessione di giocatori e alla stesura dei bilanci. Mentre l’inchiesta della giustizia ordinaria proseguiva, anche la Figc, attraverso la Procura federale, aprì un caso plusvalenze deferendo 11 club di calcio: oltre alla Juventus, anche Sampdoria, Napoli, Genoa, Empoli, Parma, Pisa, Pescara, Novara, Chievo Verona e Pro Vercelli. L’accusa era la contabilizzazione di plusvalenze per “valori eccedenti quelli consentiti in misura da incidere sui requisiti federali per il rilascio della Licenza Nazionale”. Tutti e 59 i dirigenti e i membri dei consigli di amministrazione vennero prosciolti dal Tribunale nazionale federale. Prosciolte, naturalmente, anche le 11 società: “Non esiste un metodo unico o oggettivo per stabilire il reale valore di un giocatore”.
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La riapertura del caso
A fine ottobre la chiusura dell’indagine della Procura di Torino, con i pm che accusano la Juventus di “false comunicazioni sociale e false comunicazioni rivolte al mercato” mentre il club sostiene di aver “operato nel rispetto delle leggi”. Il 28 novembre sono arrivate le dimissioni del presidente, Andrea Agnelli, e di tutto il Cda. Il giorno dopo la procura della Federcalcio ha aperto un nuovo procedimento sugli accordi con i calciatori sul rinvio di alcune mensilità, la cosiddetta “manovra stipendi”. In pochi giorni arriva anche l’apertura di un’indagine da parte della Uefa visto che qualche mese prima la società bianconera si era accordata con la confederazione europea sul settlement agreement relativo al Fair play finanziario. Il 22 dicembre anche la procura federale della Figc è tornata alla carica, chiedendo la revocazione della sentenza di assoluzione riaprendo il procedimento sportivo: 9 le società coinvolte e 52 i dirigenti. A presiedere la Juventus c’è un nuovo presidente, Gianluca Ferrero, e un nuovo cda.
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Le prime richieste e la penalizzazione
Arriva il 9 gennaio la richiesta del procuratore federale, Giuseppe Chinè, che quantifica in 9 punti la giusta pena sulla questione plusvalenze, chiedendo anche l’inibizione della dirigenza, da Agnelli a Nedved fino a Paratici, Arrivabene e Cherubini. Undici giorni dopo, il 20 gennaio, la Corte federale commina 15 punti di penalizzazione inibendo Paratici per 2 anni e mezzo, Agnelli e Arrivabene per 2, Cherubini 1 anno e 4 mesi, 8 mesi a Nedved. Nelle motivazioni si parla di “illecito disciplinare e sportivo” con “gravità e natura ripetuta e prolungata della violazione”. Un ruolo chiave è riservato alle intercettazioni provenienti dall’indagine penale della Procura di Torino, l’inchiesta Prisma.
Il Collegio di garanzia
Restava il terzo grado della giustizia sportiva, il Collegio di garanzia presso il Coni, che il 19 aprile 2023 accoglie il ricorso della Juventus per il caso plusvalenze, rinviando gli atti alla Corte federale d’Appello della Figc, sospendendo la penalizzazione di 15 punti in attesa di un nuovo processo. Vengono tolte le inibizioni a Pavel Nedved, Paolo Garimberti e Enrico Vellano, mentre sono confermate quelle per le figure apicali: Andrea Agnelli, Fabio Paratici e Federico Cherubini. Confermato anche l’impianto d’accusa: possibile una rimodulazione della penalizzazione o una riscrittura delle motivazioni.
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