Juventus, processo sportivo bis: multa da 718 mila euro ma nessuna penalizzazione per la manovra stipendi. Andrea Agnelli a giudizio il 15 giugno

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TORINO – Della manovra stipendi e del processo sportivo bis per la Juventus resterà soltanto un numero: 718.240. A tanto ammonta l’ammenda da parte del Tribunale Federale nazionale, che ha di fatto accolto la proposta di patteggiamento, normata dall’articolo 127 del CGS. A fronte di una sanzione economica senza penalizzazione, la Juventus “rinuncia alla presentazione di ricorso innanzi al Collegio di Garanzia dello Sport presso il CONI avverso la decisione emessa dalla Corte Federale d’Appello della FIGC in data 22 maggio 2023 nel procedimento relativo alle c.d. “plusvalenze””. Non ci sarà quindi il ricorso al Collegio di garanzia né, successivamente, al Tar: si chiude quindi la stagione dei processi sportivi della Juventus, che ha portato a 10 punti di penalizzazione per l’inchiesta plusvalenze e ai 718.000 euro di multa comminati oggi. È stata invece stralciata la posizione dell’ex presidente Andrea Agnelli, che sarà valutata il 15 giugno, data in cui sarebbe andato in scena anche il processo sportivo al club se non avesse intrapreso la strada del patteggiamento. Resta aperta la strada a possibili ricorsi ma solo per l’ex presidente bianconero. Tutti gli altri ex dirigenti hanno rinunciato a ricorsi sia alla Corte d’appello della Figc che al Collegio di Garanzia del Coni: multa di 47 mila euro a Fabio Paratici, 35 mila a Pavel Nedved, 32 mila a Federico Cherubini, 18,5 mila a Cesare Gabasio, 15 mila a Paolo Morganti, 11,75 mila a Giovanni Manna e 10 mila a Stefano Braghin.

La Juve: “Messo un punto, ora programmiamo il futuro”

Il patteggiamento è una strada normata a livello federale e prevede il dimezzamento della pena se l’accordo è trovato prima del deferimento e la riduzione di un terzo prima del processo. Una scelta che rappresenta una strategia difensiva e non un’ammissione di colpa, come ribadito dal club bianconero: “La Società, pur ribadendo la correttezza del proprio operato e la fondatezza delle proprie argomentazioni difensive ha ritenuto di accedere all’applicazione di sanzioni su richiesta ex art. 127 CGS nei termini sopra indicati nel miglior interesse della Società stessa, dei suoi azionisti e di tutti gli stakeholders (sia appartenenti al mondo dello sport che non). La definizione di tutti i procedimenti sportivi FIGC aperti consente infatti alla Società di conseguire un risultato certo, mettendo un punto fermo e superando lo stato di tensione e instabilità che inevitabilmente discenderebbe dalla prosecuzione di contenziosi incerti negli esiti e nei tempi, permettendo inoltre al management, all’allenatore della Prima Squadra e ai giocatori di concentrarsi sull’attività sportiva ed in particolare sulla programmazione complessiva della prossima stagione (sia con riferimento alle attività sportive che per quanto attiene ai rapporti di business con gli sponsor, le altre controparti commerciali e quelle finanziarie)”. Una scelta fatta, leggendo le parole del comunicato della Juventus, per mettere la parola fine e consentire la programmazione dell’attività sportiva futura senza dover prendere in considerazione eventuali sanzioni e penalizzazioni.

Juventus, il futuro dopo i processi sportivi: il mercato, l’Europa ancora in bilico, i giovani e Allegri

di Domenico Marchese

30 Maggio 2023

Gravina: “Il risultato più bello per il calcio italiano”

Si è dunque chiuso anche il secondo filone d’inchiesta per la Juventus, quello relativo alle due manovre stipendi, ai rapporti con gli agenti e a quello con gli altri club, le cosiddette “partnership”. Una conclusione che si intreccia necessariamente con il primo filone, quello relativo alle plusvalenze che ha portato a dieci punti di penalizzazione in classifica. Non è casuale che prima di accettare il patteggiamento siano state pubblicate le motivazioni della sentenza del 22 maggio, quella appunto relativa alle plusvalenze. “C’è un momento per la verifica, l’accertamento, i giudizi, ma c’è anche un momento per definire e guardare al futuro con maggiore serenità, il momento della progettualità, il tutto nel rispetto assoluto delle regole – ha dichiarato il presidente Figc, Gabriele Gravina -. Quindi, quest’ultimo atto è un atto previsto dalle nostre norme, dal Codice di Giustizia Sportiva, auspicabile e condiviso. Credo che questo sia il risultato più bello per il calcio italiano, per aver trovato – noi ce lo auguriamo – un momento di serenità”.

La reazione della Borsa

Che il clima fosse cambiato lo si era capito già pochi minuti prima del calcio d’inizio di Juventus-Milan, quando il direttore dell’area sportiva, Francesco Calvo, aveva parlato di “Acqua passata”. La Juventus ha scelto la strada del patteggiamento e gli investitori gli hanno dato ragione: già in apertura il titolo aveva guadagnato il 4,05%, prime avvisaglie di una giornata che sarebbe stata certamente positiva. La conferma è arrivata pochi minuti dopo la notizia dell’ammenda pecuniaria e dell’accettazione del patteggiamento: il titolo è volato a +7,97%, raggiungendo 0,3144 euro.

Le motivazioni del filone plusvalenze

Se l’accordo tra la Procura federale e la Juventus è stato il momento più atteso della giornata, la Corte d’Appello federale ha pubblicato le motivazioni che hanno portato alla penalizzazione di 10 punti per il club sul caso delle plusvalenze. “La responsabilità del sodalizio sportivo trova fondamento nell’art. 6, I comma, CGS il quale prescrive che ‘La società risponde direttamente dell’operato di chi la rappresenta ai sensi delle norme federalì – si legge nelle motivazioni -. Pertanto, la violazione dei principi codificati dall’art. 4 CGS, da parte dei Consiglieri operativi e le sanzioni loro irrogate costituisce, un parametro di riferimento in termini di afflittività, proporzionalità e ragionevolezza in ordine alla sanzione da irrogare al sodalizio sportivo”. In buona sostanza i dieci punti sono considerati dalla Corte una sanzione ritenuta equa per la responsabilità diretta, penalizzazione che è cresciuta anche per le posizioni dei dirigenti: “Conclusivamente la sanzione della penalizzazione di 10 (dieci) punti in classifica da scontare nella stagione sportiva in corso, anche in un’ottica equitativa, si rivela del tutto idonea a soddisfare i criteri di afflittività, proporzionalità e ragionevolezza come innanzi enunciati”. Il proscioglimento dei Consiglieri è dettato dalla mancanza di evidenze circa la responsabilità degli stessi. “Tutte le intercettazioni, quasi sempre de relato non consentono di individuare alcun elemento che dia conto di consapevolezza o condivisione da parte dei consiglieri non delegati, in ordine ai fatti oggetto di deferimento. La Procura federale ravvisa nel concetto di ‘responsabilità da posizionè il fondamento del comportamento colpevole dei consiglieri non operativi”.

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