La Francia è infiammata in questi giorni per l’uccisione di Nahel, un diciassettenne, giovedì a Nanterre, da parte di un poliziotto a un posto di blocco.
Le banlieue – le periferie urbane che circondano le grandi città in Francia, con una popolazione spesso di cittadini francesi di seconda generazione, povertà e disagio sociale – sono esplose, come già fecero nel 2005.
La morte di Nahel: cos’è successo
Il 27 giugno, alle 8 e 30, due poliziotti in moto fermano un’auto per un controllo a Nanterre, periferia di Parigi. Ci sono tre ragazzi. Il conducente, Nahel, 17 anni, muore poco dopo essere stato raggiunto da un colpo di pistola di uno dei poliziotti.
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Proteste Francia: la bugia della polizia
Nella prima versione fornita dalla polizia, gli agenti dichiarano di aver intimato a Nahel di fermarsi, questi si sarebbe rifiutato cercando di investirli e gli agenti gli avrebbero sparato per legittima difesa.
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Il video sui social
Poche ore dopo un video sui social smonta la versione: si vede l’auto del ragazzo, un agente che gli punta contro la pistola e grida: “Ti spareranno in testa”. L’auto riparte lentamente e poi si ferma sbattendo contro un palo.
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(afp)
L’inchiesta e l’arresto del poliziotto
Il 29 giugno la procura di Nanterre apre un’inchiesta per omicidio volontario nei confronti del poliziotto 38enne che avrebbe sparato a Nahel. L’uomo è stato sottoposto alla carcerazione provvisoria
Francia, proteste e violenze
La madre di Nahel, Mouna, organizza una marcia bianca. Ma in tutta la Francia si registrano anche violenti scontri, saccheggi e tensioni. In quattro notti sono oltre mille gli arresti, con agenti feriti e anche edifici danneggiati.
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