Sull’avviso di garanzia nell’ambito delle inchieste sulla società Visibilia e Ki Group, “ho detto la verità e chi dice il contrario mente sapendo di mentire”. Così la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, nell’Aula del Senato durante la discussione sulla mozione di sfiducia nei suoi confronti presentata da M5s, respinta con 111 no.
“Per la seconda volta – ha aggiunto – mi trovo in quest’aula per difendermi da accuse giornalistiche rivolte alla mia persona. Già il 5 luglio ho esposto i fatti con chiarezza. Mi permetto di ribadire che quando sono venuta in Senato non ero stata raggiunta da alcuna informazione o avviso di garanzia dalla Procura”.
“Ho difficoltà a comprendere – ha continuato Santanchè – una mozione di sfiducia individuale che non ha come oggetto il mio operato da ministro, e che ha come oggetto fatti antecedenti il mio giuramento da ministro e per i quali ritengo già di aver chiarito in quest’aula tutta la verità”.
Bagarre in Aula
Urla e cori “Vergogna! Vergogna!’ da parte dei senatori del centrodestra contro il senatore del M5s, Ettore Licheri, che ha concluso il suo intervento in Aula dando dei “pagliacci” alla maggioranza. Alle sue parole, i pentastellati hanno applaudito.
Dai banchi della destra, invece, molti hanno reagito urlando a Licheri: “Ridicolo. Vergognati!”. Oppure “Chiedi scusa”. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, è intervenuto per placare gli animi dicendo che “ciascuno si prende la responsabilità di quel che dice”.
“Non è con gli insulti che il M5S Recupererà la verginità politica che ha definitivamente perduto. Dovevate aprire quest’aula come una scatoletta di tonno e invece nella casta vi siete integrati perfettamente”. La replica del senatore di FdI Alberto Balboni.
L’attacco del Pd: “Musumeci in Aula mentre la Sicilia brucia”. Battibecco Verini-La Russa
“Noi non siamo qui per difendere l’onore personale e la ministra ha dato l’impressione di tenere più a se stessa che alle istituzioni perché se tenesse alle istituzioni non terrebbe il ministro per la protezione civile qui ad ascoltare questo dibattito mentre la Sicilia brucia”. Così Walter Verini (Pd), nella sua dichiarazioni di voto.
Partono gli applausi dai banchi di Pd e M5s, i toni si alzano. Il senatore Ettore Licheri del M5s si alza dal suo posto. “Licheri l’ho già richiamata all’ordine si accomodi”, è il rimprovero del presidente La Russa.
Il presidente poi si rivolge a Verini: “il riferimento a dove è il ministro non è corretto”. Pronta la risposta del dem: “Presidente lei è qui a presiedere non a fare esegesi del nostro pensiero. non deve usare questa carica in modo discrezionale”.
“Non faccio esegesi, – assicura La Russa – non l’ho interrotta difatti, ho interrotto l’interruzione. Proseguite con la stessa correttezza con la quale oggi, con qualche piccola eccezione, abbiamo svolto i nostri lavori”. “Da noi la esercitiamo la correttezza” controbatte Verini e riprende a parlare.
Al Senato presenti 10 ministri
Quasi metà governo in Aula al Senato per la mozione di sfiducia. Dieci i ministri presenti (sul totale di 25), tra cui il vicepremier Matteo Salvini, seduto accanto a lei.
Per FdI, stesso partito della ministra, ci sono Raffaele Fitto, Nello Musumeci, Eugenia Roccella, Luca Ciriani. Presenti anche Giancarlo Giorgetti, Elvira Calderone, Andrea Abodi.
Il selfie con la ministra
Prima della discussione toni distesi tra i banchi della maggioranza. Alcuni senatori hanno posato per un selfie con la ministra Santanchè.
Si riconoscono – da sinistra a destra – Giovanna Petrenga (Noi Moderati) e i compagni di partito di Fratelli d’Italia, Sergio Rastrelli, Cinzia Pellegrino, Susanna Donatella Campione e Bartolomeo Amidei.
Senato respinge mozione sfiducia con 111 no
L’Aula del Senato ha respinto la mozione di sfiducia individuale al ministro del Turismo Daniela Santanchè presentata dal Movimento 5 stelle. I voti favorevoli sono stati 67, contrari 111 e nessun astenuto. Hanno votato a favore M5s, Pd e Avs, mentre Az-Iv non ha partecipato al voto.
“Una bellissima giornata”. E’ l’unica battuta che Daniela Santanchè concede ai cronisti che la circondano mentre lascia l’Aula del Senato dopo la bocciatura della mozione.