Morta Sinéad O’Connor, aveva 56 anni

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È morta a 56 anni la cantautrice irlandese Sinéad O’Connor.  Lo riferisce l’Irish Times, senza precisare per ora i dettagli del decesso dell’artista. La notizia della morte arriva un anno dopo il suicidio di Shane, uno dei suoi quattro figli, morto suicida nel 2022. Nata a Dublino l’8 dicembre 1966, Sinéad Marie Bernadette O’Connor – questo il nome completo dell’artista – ha pubblicato 10 album in studio, mentre la sua canzone Nothing Compares 2 U è stata nominata il singolo numero uno al mondo nel 1990 dai Billboard Music Awards.

L’ultimo tweet per Shane

È datato 17 luglio l’ultimo tweet pubblicato sul suo profilo social. È dedicato a Shane, il figlio morto suicida a 17 anni nel gennaio del 2022: “Da allora vivo come una creatura notturna non morta” scrive nel messaggio con una foto abbracciata col figlio. “Era l’amore della mia vita, la luce della mia anima. Eravamo un’anima in due metà. È stata l’unica persona che mi abbia mai amato incondizionatamente. Sono persa nel limbo senza di lui”.

Standing ovation

Aveva ricevuto il premio inaugurale per Classic Irish Album agli Rté Choice Music Awards all’inizio di quest’anno per per I do not want what I haven’t got. Il pubblico le aveva tributato una una standing ovation mentre dedicava il riconoscimento a “ogni singolo membro della comunità di rifugiati irlandesi”

Problemi familiari e mentali

La cantautrice negli ultimi anni ha vissuto momenti molto dolorosi. Ha avuto gravi problemi familiari e mentali che hanno fatto temere i fan per la sua salute: tramite i social ha pubblicato video in cui minacciava il  suicidio e denunciava la sua tristezza “per essere stata lasciata sola”, è scomparsa per giorni in Irlanda e negli Stati Uniti nel 2016.

Lo stigma della malattia mentale

La lontananza dai figli dopo il divorzio dall’ex marito John Reynolds aveva acuito la sua depressione, “le malattie mentali sono come le droghe, sono uno stigma: all’improvviso tutte le persone che dovrebbero amarti e prendersi cura di te ti trattano male” aveva detto in un toccante video.

Raccontando la sua infanzia traumatica, aveva anche accennato al disturbo bipolare che le è stato diagnosticato sin da bambina, oltre a un disturbo da stress post-traumatico complesso e un disturbo borderline di personalità

L’incontro con l’Islam

Un ruolo importasmnte nella vita dell’artista lo ha avuto l’incontro con l’Islam: nel 2017 ha cambiato il suo nome all’anagrafe in Magda Davitt e nel 2018 in Shuhada Sadaqat: “Sono orgogliosa di essere diventata musulmana – aveva detto – Questa è la conclusione naturale del viaggio di ogni teologo intelligente. Lo studio di tutti i testi porta all’Islam e rende tutti gli altri inutili”.

Il doc “Nothing compares”

La sua vicenda artistica e umana è stata raccontata nel doc Nothing compares di Kathryn Ferguson. Le immagini iniziano con i fischi che la accolgono al Madison Square Garden durante un concerto per i trent’anni di carriera di Bob Dylan. Sinead O’Connor fissa il pubblico. Non riuscirebbe a cantare, allora prende il microfono e ci urla dentro il testo di War, resa famosa da Bob Marley. Cambiando le parole: “Finché non sarà distrutto il regime che ci opprime abusando dei bambini”. Quindi va via piangendo.

La foto del Papa strappata

Due settimane prima, il 3 ottobre 1992, l’aveva cantata in tv al Saturday Night Live, ma tutti ricordano solo quello che successe dopo: la foto di papa Giovanni Paolo II strappata scandendo le parole “combatti il vero nemico”. Fu la fine della sua carriera di popstar globale e l’inizio della leggenda di artista difficile, intransigente, combattiva, ma anche irresponsabile, ingestibile.

La madre violenta

Le immagini torna poi indietro per indagare traumi ed educazione della cantante. La madre “era una bestia”, racconta Sinead. La voce fuori campo. “Non c’era terapia ai tempi, c’era la musica. E io volevo solo urlare”. La colpa, spiega, è della società in cui è cresciuta la madre violenta, e di generazioni di madri prima di lei. E quindi l’influenza della Chiesa cattolica in Irlanda: “Ho iniziato a leggere le Scritture per capire perché venissero usate per opprimere le persone. I miei nonni non potevano scambiarsi un bacio senza pensare che sarebbero finiti all’inferno”.

“Per le giovani irlandesi era una specie di dea”

Il doc è nato per la caparbietà della regista Ferguson, irlandese: “Sono cresciuta negli anni Ottanta e Novanta a Belfast, Irlanda del Nord”, ci racconta, “mio padre mi fece conoscere il primo album di Sinead O’Connor The Lion and the cobra e inavvertitamente diventò la colonna sonora della mia infanzia. Lo metteva sempre quando in macchina facevamo questi lunghi viaggi intorno a Belfast con la pioggia che batteva sui finestrini. Quando uscì il secondo album ero ormai una fan teenager, per le giovani irlandesi era una specie di dea”.

Vittima della cancel culture

Ma la regista ha deciso di girare il film soprattutto per quello che è successo dopo, quando l’artista è diventata una vittima della cancel culture: “Eravamo molto demoralizzati vedendo come fu trattata nel 1992 dopo i fatti del Saturday Night Live. Assistere a come un’icona della nostra isola venisse a tutti gli effetti ‘cancellata’ mi ha lasciato dei lividi. Lì ha iniziato a germogliare l’idea di un film e che ho voluto realizzare una volta diventata filmmaker”.

Una vita di lotte

Le battaglie di Sinead iniziarono molto tempo prima del SNL. A inizio carriera dovette combattere contro la casa discografica che voleva che non portasse a termine la prima gravidanza perché non era il momento giusto. Poi decise di boicottare i Grammy Awards, colpevoli di ignorare i rapper afroamericani. Gli Usa le chiusero le porte quando annunciò che non si sarebbe mai esibita dopo l’inno nazionale. Facendo incazzare persino Frank Sinatra, che minacciò pubblicamente di prenderla “a calci nel culo”. A un certo punto ce li aveva tutti contro. “Non si è mai pentita di nulla”, spiega Ferguson.

Nothing Compares 2 U

Ma il talento di Sinead O’Connor era enorme e ignorarla impossibile. La sua carriera culmina con la sua interpretazione di Nothing Compares 2 U scritta da Prince (che lei accusò di maltrattamenti). “Non sapevo che avrei pianto girando il video”, racconta davanti alla macchian da presa, “ogni volta che la canto penso a mia madre. Ci ho messo 25 anni per smettere di piangere”.

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