L’accusa di tre omicidi e la fuga nel nulla, ma dopo 50 anni il mistero della Deadly Women sta per essere svelato

Read More

Il destino di Sharon Kinne, la donna americana scomparsa oltre mezzo secolo fa e accusata di tre omicidi, verrà svelato nelle prossime ore. È morta? È viva e in fuga o è stata arrestata? Uno sceriffo del Missouri e l’Fbi hanno programmato una conferenza stampa in cui parlerano del caso di Kinne, che quando non aveva ancora 25 anni venne accusata di aver ucciso suo marito, la moglie del suo amante e un uomo che lei aveva agganciato in un bar messicano.

Tre omicidi, una serie tv, un podcast

Tre omicidi prima di dissolversi, il 7 dicembre 1969, e diventare in questi anni il soggetto di podcast e di una serie tv trasmessa su Discovery e intitolato “Deadly Women”. “Noi – ha commentato un agente dell’Fbi che si è occupato del caso – speriamo di essere arrivati al punto finale della storia, presto saprete”.

image

La storia

Kinne, che si era sposata a 16 anni, viveva in un ranch a Independence, Missouri, quando nel marzo del 1960 suo marito, James Kinne, 25 anni, venne ucciso con un colpo alla nuca mentre stava dormendo. Independence è appena fuori Kansas City. Sharon, madre di due figli, raccontò alla polizia di aver sentito la figlia di due anni chiedere: “Papà, come funziona?” e subito dopo aver sentito uno sparo. La donna disse di essere corsa in camera e di aver trovato la figlia stringere tra le mani la pistola semiautomatica calibro 22. Il caso venne archiviato come incidente. Ma Kinne e il marito avevano da tempo problemi coniugali, e lei si vedeva con altri uomini, come raccontò più tardi un testimone. Secondo la ricostruzione fatta dai giornali locali sulla base delle indagini, Kinne incontrò più tardi un venditore di auto, Walter Jones, da cui era andata per acquistare una macchina nuova grazie ai soldi incassati dalla polizza sulla vita del marito. Poco più di un mese dopo, la moglie di Jones, Patricia, venne trovata morta, uccisa da un colpo di pistola. L’1 giugno del ’60, Sharon venne accusata dell’omicidio e processata. Ma un anno dopo la giuria, composta solo da uomini, la assolse tra gli applausi del pubblico che affollava l’aula. La donna se ne andò a Città del Messico. Qui, una sera, abbordò un uomo in un bar e andò con lui in una camera d’hotel. Alle 3 di mattina vennero sentiti colpi di pistola: Francisco Ordonez venne trovato morto, steso sul pavimento.

image

Condannata al terzo delitto

Al terzo delitto, la storia giudiziaria di questa donna prese una svolta drammatica: Kinne venne dichiarata colpevole di omicidio e condannata a 13 anni di carcere. Una perizia balistica appurò che la pistola usata per uccidere il messicano era la stessa usata per eliminare la moglie del venditore di auto, ma Kinne – per la legge americana – non poteva più essere processata per un delitto da cui era stata assolta. Da dietro le sbarre la donna diede una serie di interviste. In una, nel ’65, raccontò: “Sentivo che fuori da Kansas City e Independence il mondo stava andando verso una direzione, mentre io non stavo andando da nessuna parte”. Quattro anni dopo sparì da una prigione messicana. Per andare dove, o da nessuna parte, lo scopriremo nelle prossime ore.

Related articles

You may also be interested in