Una serie di esplosioni ha scosso la Striscia di Gaza, segnando la ripresa dei bombardamenti da parte dell’esercito israeliano contro obiettivi di Hamas. Secondo testimoni locali, si tratta degli attacchi più intensi dall’inizio del cessate il fuoco del 19 gennaio. Numerose le vittime.
L’esercito israeliano ha confermato di aver condotto “attacchi estesi” contro infrastrutture del gruppo palestinese, specificando che le operazioni sono state approvate dalla leadership politica israeliana. Il governo di Benjamin Netanyahu ha giustificato l’azione militare citando il rifiuto di Hamas di accettare una proposta statunitense per l’estensione della tregua.
Secondo fonti mediche nella Striscia di Gaza, gli attacchi hanno provocato numerose vittime tra la popolazione civile. Diverse abitazioni sono state colpite a Deir Al-Balah, nel centro della Striscia, così come un edificio a Gaza City e altri obiettivi nelle città di Khan Younis e Rafah. Il numero esatto dei morti e feriti non è ancora stato confermato ufficialmente, ma la Difesa Civile palestinese ha parlato di “diversi morti”.
L’intensificarsi delle ostilità avviene in un contesto di impasse nei negoziati per il prolungamento del cessate il fuoco. Tentativi di mediazione condotti da attori internazionali, tra cui gli Stati Uniti e diversi paesi arabi, non sono finora riusciti a trovare un accordo accettabile per entrambe le parti.
In risposta ai bombardamenti, il Comando del Fronte Interno israeliano ha imposto restrizioni alle attività civili nelle aree vicine alla Striscia di Gaza, segnalando il rischio di un’ulteriore escalation.