Tagliacozzo, truffa alle monache di clausura: finta dipendente comunale si fa dare 2.700 euro

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Anche le monache benedettine di Tagliacozzo sono state vittime di una truffa telefonica costata loro 2.700 euro. Della vicenda, che ha colpito le suore di clausura di uno dei monasteri più antichi in Italia, si stanno occupando i carabinieri della stazione locale.

Secondo una prima ricostruzione, la madre badessa riceve una telefonata di una fantomatica dipendente comunale la quale, dopo averle descritto accuratamente alcune operazioni amministrative inerenti un contributo finanziario devoluto dalla Regione per i lavori di manutenzione del tetto del monastero e averle annunciato che i soldi erano stati bonificati sul loro conto, le ha chiesto di rigirare subito 2.700 euro, tramite una post-pay su un altro conto postale perché vi era stato un errore in eccesso nella cifra; anziché 30.000 euro erano stati versati per sbaglio 32.700 euro e la cifra in più era destinata ad altro conto.

Così l’ignara badessa non immaginando che si trattava di una truffa, si è recata nell’ufficio postale per compiere l’operazione, dopo aver racimolato il denaro che sarebbe servito per la preparazione di dolciumi da vendere in vista della Pasqua. Quando poi ha portato la ricevuta in comune, si è materializzata la truffa.

Subito si sono attivati i militari della locale stazione dei carabinieri, ma purtroppo a causa della immediatezza operativa della modalità usata, non si è potuto fare nulla per recuperare la cifra. Per espressa volontà delle religiose stesse, le modalità di raggiro sono rese note per mettere in guardia tutte le persone e gli altri istituti di vita consacrata o conventi di quest’altra forma di truffa.

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