ROMA – Mentre Wall Street rimbalzava in risposta alla conferma da parte della Federal Reserve che i tassi d’interesse sarebbero rimasti invariati, Donald Trump scriveva un messaggio a metà tra l’invito e la minaccia proprio contro la Banca centrale di Washington. Da giorni la Borsa statunitense tratteneva il fiato in attesa delle previsioni della Fed sull’economia Usa.
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La guerra commerciale a colpi di dazi preoccupa gli investitori per una contrazione degli scambi, e sebbene ci si aspettasse che i tassi rimanessero invariati, gli analisti guardavano con attenzione alla conferenza stampa del presidente Jerome Powell. Misure più drastiche da parte della Fed, come un taglio del costo del denaro inatteso, avrebbero significato una preoccupazione oltre la soglia.
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Per questo quando Powell ha confermato gli attuali tassi, Wall Street ha preso fiducia e ha chiuso in positivo. Ma non ha soddisfatto la Casa Bianca. Donald Trump si è sfogato con un post sul suo social network, Truth, esprimendo il suo malumore. “La Fed farebbe molto meglio a TAGLIARE I TASSI mentre le tariffe statunitensi iniziano a farsi strada nell’economia – ha scritto il presidente – Fate la cosa giusta. Il 2 aprile è il giorno della liberazione in America!!!”.
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All’orizzonte ci sono infatti i dazi “reciproci” che entreranno in vigore tra meno di due settimane e rivolti all’Unione europea, quindi anche all’Italia. E dovrebbero diventare operativi anche quelli del 25% su acciaio e alluminio annunciati e poi sospesi contro Canada e Messico. Donald Trump ha ammesso che l’economia potrebbe subire “alcuni sconvolgimenti” quando i dazi pianificati entreranno in vigore, ma che per il resto l’America è sull’orlo di una “età dell’oro”.