Torturatore libico in ospedale in Italia, ecco chi sono gli altri ritratti insieme a lui

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Al capezzale del ministro libico Adel Jumaa, ricoverato da settimane in un ospedale romano dopo l’attentato a colpi di arma da fuoco di cui è stato vittima in Libia, non si è presentato solo il comandante Al Kikli, insieme all’Ssa, che dal 2021 dirige considerato da Onu e Dipartimento di Stato responsabile di innumerevoli crimini contro l’umanità. A Roma sono arrivati anche esponenti di rango del governo e della classe dirigente vicina al premier Abdul Hamid Mohammed Dbeibeh.

Nelle foto da loro stesse diffuse sui social, sono chiaramente identificabili Mohamed Ismail, ex capo di una milizia, diventato uno degli uomini d’affari più influenti della Libia. È uomo di fiducia di Dbeibeh che negli anni lo ha nominato responsabile della Public Works Company di Tripoli (la società che si occupa di raccolta dei rifiuti e manutenzione del verde pubblico), direttore ad interim della General Electricity Company of Libya e addetto finanziario presso l’ambasciata libica in Tunisia.

Uno che dà le carte nel mondo economico e finanziario di Tripoli è anche Ibrahim Ali Al-Dabaiba, cugino del presidente, ma soprattutto figlio di Ali Ibrahim Dabaiba, ex alto burocrate del regime di Gheddafi, riuscito a riciclarsi dopo la caduta. Nei decenni in cui è stato capo dell’Organizzazione per lo sviluppo dei centri amministrativi – ha rivelato qualche anno fa un’inchiesta giornalistica internazionale del network Occrp – si sarebbe “appropriato indebitamente di miliardi di dollari”, in parte finiti in alcuni conti in Svizzera. “Un conto congiunto, intestato al figlio di Dabaiba e a una società costaricana, raggiunse un saldo di oltre 18 milioni di franchi svizzeri”.

Insieme a loro c’era anche Ahmed Al-Sharkasi, parente di Dbeibeh e membro del consiglio d’amministrazione della Arab Bank, in Libia per lo più noto per il suo ruolo di presidente dell’Al-Swehli Club, la squadra di calcio più nota di Misurata, sostenuta ufficialmente dalla famiglia del presidente libico, l’ambasciatore libico in Giordania Abdul Basit Al-Badri, più il fratello del ministro ferito Ammar Jumaa e Dagoor, un amico di famiglia.

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