“Una star di serie B” e “un politologo fallito”. Così Donald Trump definisce George Clooney che, intervistato a Sixty minutes, il programma della Cbs, per promuovere la trasposizione teatrale di Good night and good luck, il film che diresse nel 2005, ha criticato le condizioni della libertà di espressione e di stampa negli Stati Uniti.

Premio Oscar per Syriana (e come produttore per Argo assieme a Ben Affleck e Grant Heslov), l’attore è stato intervistato sullo spettacolo – tratto dal film – che sta per debuttare a Broadway e che racconta la storia del celebre anchor Edward Murrow, protagonista sulla stessa Cbs di un celebre scontro in tv negli anni ’50 con il senatore repubblicano Joseph McCarthy. Murrow era noto per la sua integrità e serietà. Nel 1954, nel programma See it now, aveva trasmesso un servizio dedicato proprio a McCarthy in cui, usando filmati d’archivio e commenti incisivi, aveva messo in luce le contraddizioni, i metodi intimidatori e la mancanza di prove reali nelle accuse di McCarthy durante la “caccia alle streghe” contro presunti comunisti infiltrati nel governo, nei media, nell’esercito e in altri settori della società americana tra cui Hollywood.
Nell’intervista Clooney ha parlato della decisione di ritirare il sostegno a Joe Biden scrivendo un op-ed sul New York Times che, secondo molti, avrebbe indotto l’allora presidente al ritiro. Quello tra governo e stampa è “uno scontro epocale”, ha detto l’attore citando quanto sta accadendo al Los Angeles Times e al Washington Post, i cui proprietari hanno impedito alle redazioni di schierarsi a nome della testata nelle elezioni presidenziali dello scorso novembre.

Clooney, il cui padre era giornalista, ha anche fatto paralleli tra gli eventi in scena in Good night and good luck e le difficoltà dei media di oggi: tra i casi citati, il patteggiamento della Abc nella causa per diffamazione portata avanti da Trump e la denuncia da 20 milioni di dollari dello stesso presidente eletto alla Cbs sostenendo che proprio Sixty minutes avrebbe operato tagli all’intervista con la candidata presidenziale Dem Kamala Harris per migliorarne la performance in tv.