“Abitare Milano”, la seconda tappa di Repubblica Insieme al Teatro Parenti

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Abitare Milano, più che uno slogan è una fotografia. L’immagine che restituisce l’esigenza primaria della città a conclusione di un ciclo ventennale che l’ha portata a conquistare la leadership dell’innovazione, dell’attrattività per gli investitori e della gentrificazione in Italia e in Europa.

Un periodo che ha cambiato il volto, non solo urbanistico, di Milano e che lascia in eredità il gigantesco tema, per l’appunto, di abitare Milano. Abitare a Milano, oggi, significa avere un reddito che non coincide più neppure con quello del ceto medio. Un operaio con uno stipendio da 1.360 euro al mese, a Milano, può comprare al massimo un monolocale, mentre un impiegato che guadagna 1.836 euro al mese può “consentirsi” un appartamento di 25 metri quadrati. Per acquistare un appartamento di 48 metri quadrati bisogna guadagnare almeno 3.477 euro al mese, quanto oggi prende un quadro. Bisogna salire alla categoria dei dirigenti per poter contemplare immobili adatti anche alle famiglie con figli: solo con un reddito di 7.638 euro è possibile comprare un appartamento di 105 metri quadrati.

Dal 2015 la riduzione di metri quadrati abitabili è stata particolarmente pesante per le qualifiche medio-basse (operai) che hanno visto l’indice di metri quadri “abbordabili” ridursi del 16,7%, mentre le qualifiche centrali (impiegati e quadri) hanno visto riduzioni meno pesanti (rispettivamente 12,7% e 12,1%). Sono dati che arrivano dal secondo rapporto dell’Osservatorio casa abbordabile (Oca), promosso dal Consorzio cooperative lavoratori e Lum in partnership con il Dipartimento di architettura e studi urbani (DAStU) del Politecnico di Milano.

E sono dati che rimbalzano rumorosamente sulle pagine di cronaca cittadina: il progressivo allontanamento delle famiglie, la difficoltà delle aziende pubbliche di trasporto a reclutare autisti (anche a causa dei prezzi delle abitazioni a fronte di stipendi anestetizzati dall’inflazione), i sacrifici, spesso vani, degli studenti fuorisede e delle loro famiglie a trovare alloggio. Insomma, l’abitare Milano, oggi, è il tema attorno al quale si gioca il futuro della città: cosa resta del modello Milano che ha fatto scuola, in Italia e non solo, nell’ultimo ventennio? Quale sviluppo serve adesso alla città? Come va recuperata quella traccia fondamentale del Dna ambrosiano che comunemente chiamiamo solidarietà, ma che più correttamente va intesa come impegno nelle politiche sociali?

E’ di questo che parleremo nella seconda tappa di Repubblica Insieme (gli incontri promossi da Repubblica nelle città) che si terrà mercoledì 16 aprile dalle 17,30 alle 20 nel foyer del teatro Carlo Parenti e che sarà dedicata, appunto, ad “Abitare Milano, dal boom urbanistico alla città dei prezzi impossibili” (ingresso gratuito). Sarà l’occasione per affrontare, attraverso i dibattiti condotti dai giornalisti di Repubblica, i diversi aspetti del tema. A cominciare proprio dalla difficoltà degli alloggi per gli oltre settantamila studenti non residenti che fanno di Milano la capitale indiscussa dei fuorisede e che sarà l’oggetto del dibattito al quale prenderanno parte il rettore dell’università Bocconi Francesco Billari, la coordinatrice della Unione degli studenti universitari Elisa Frigeni e la europarlamentare Irene Tinagli che è presidente della commissione housing del parlamento europeo. All’incontro parteciperà anche il sindaco di Milano Beppe Sala che avrà modo tra le altre cose di spiegare il nuovo piano casa messo in campo dal Comune. E si parlerà anche del futuro legato alle olimpiadi invernali, con alcune delle opere per i giochi che si trasformeranno in alloggi per studenti universitari.

Spazio anche al tema degli interventi solidali che vedono in prima linea la Chiesa (l’ultima iniziativa è quella della creazione di un fondo di solidarietà avviato dalla Curia e aperto alle donazioni benefiche da destinare all’emergenza casa). Tra gli ospiti di Repubblica insieme il direttore della Caritas Ambrosiana Luciano Gualzetti. Nei dibattiti saranno coinvolti anche professionisti, imprenditori e intellettuali. Chiuderà Orsola Branzi, al secolo La Pina, conduttrice radiofonica di Radio Deejay che sarà intervistata dalla vice direttrice di Repubblica Stefania Aloia. Sarà l’occasione per ascoltare un altro punto di vista sull’abitare Milano. O meglio se è ancora possibile continuare ad abitare Milano. L’incontro è aperto alla partecipazione dei lettori. Per partecipare ci si può prenotare attraverso questo link: https://eventi.repubblica.it

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