Rory McIlroy trionfa agli Augusta Masters e conquista il career grand slam. È il primo europeo a riuscirci

Read More

La vittoria più sofferta, la vittoria più aspettata: Rory McIlroy torna a vincere dopo 11 anni un torneo del Grand Slam, ma soltanto con un birdie alla prima buca di spareggio su uno splendido avversario come Justin Rose, capace di annullare i sette colpi di svantaggio accusati dopo tre giri.

Questa vittoria nel Masters, così a lungo attesa, consente al nordirlandese di completare il cosiddetto career grand slam, cioè la vittoria sia pure in anni diversi di tutti e quattro i tornei più grandi, riuscita solo a sei campioni nella storia , fra cui Tiger Woods e Jack Nicklaus.

image

Non c’è stato nulla di scontato in questa ultima giornata, in un’alternanza di colpi di scena che ha spedito sulle montagne russe i tifosi dei vari protagonisti. E se l’annunciato duello fra McIlroy e DeChambeau a metà strada era già archiviato (per gli errori dell’americano), la formidabile risalita dalle retrovie di Rose ha reso eccitante il finale. Vale la pena di raccontarla un po’ questa giornata di speranze e delusioni incrociate.

Per McIlroy i fantasmi delle passate sconfitte

Nemmeno il tempo di cominciare e i fantasmi dei clamorosi fallimenti sofferti nei tornei del Grand Slam avevano subito bussato alla porta di McIlroy. Una prima buca giocata male come mai prima e chiusa con un doppio bogey aveva immediatamente azzerato il vantaggio di due colpi su DeChambeau, faticosamente costruito con due grandi giri in 66.

Pochi minuti e un birdie alla buca 2 consentiva a DeChambeau addirittura un immediato sorpasso. Praticamente un incubo per McIlroy, il peggiore possibile, perché gli rinnovava tutti i rimpianti del passato. Non se ne è lasciato travolgere contro-sorpassando e cominciando a distanziare l’americano già dopo 4 buche.

Al giro di boa delle prime 9 buche tutto sembrava scritto: McIlroy in testa con margini apparentemente rassicuranti , cioè 4 colpi su DeChambeau, 5 sul giovane fenomeno Aberg (scivolato solo nel finale al settimo posto ma quanto ne sentiremo parlare e per molti anni…), 6 su Justin Rose che stava rispolverando la straordinaria efficacia del primo giorno.

image

Ma la tradizione del Masters recita che nulla è mai deciso prima delle seconde 9 buche della domenica. E così è stato, ancora una volta. DeChambeau si è sfilato tra errori vari ma ancora una volta a McIlroy è andato di traverso il famoso “Amen Corner”, ovvero il tris di buche dalla 11 alla 13 che è costellato di trappole. Ci ha lasciato le penne e il primato, Rory, perché mentre DeChambeau si chiamava fuori, Rose innestava una marcia trionfale.

La grande rimonta di Rose

Per farla breve, a due buche dalla fine Rose, incurante dei suoi 44 anni (contro i 36 di McIlroy) ha effettuato il sorpasso, conservando il primo posto momentaneamente ex aequo con un birdie imbucato dalla lunga distanza alla 18.

A quel punto s’è visto chiaramente che Rory ha dovuto impegnarsi per trattenere le lacrime. Stava vedendo svanire ancora una volta la vittoria che insegue da 11 anni, nonostante il corposissimo vantaggio accumulato a metà della giornata finale.

Per ricacciarle indietro, quelle lacrime, c’era una sola cosa da fare: attingere in extremis qualche colpo spettacolare dal bagaglio di quel fuoriclasse che è. Lo ha fatto, sia alla 15, con uno strepitoso gancio intenzionale di 160 metri (una specie di calcistico tiro a giro ma molto accentuato) che si è depositato a un paio di metri dall’asta facendogli sfiorare l’eagle e poi un approccio a pochi centimetri della buca 17. Finito? No. Perché un bogey proprio all’ultima lo ha costretto allo spareggio con Rose.Sembrava proprio che, tradito a più riprese dall’imprecisione nel putt, fosse destinato a un’ennesima delusione. Ma nel bagaglio del fuoriclasse c’era ancora qualcosa. Due tiri perfetti alla prima buca di spareggio gli hanno lasciato un corto putt per il birdie e la sospiratissima vittoria. Stavolta non ha sbagliato e ha lasciato scorrere le lacrime.

Lacrime di gioia rabbiosa e di liberazione. L’amico-rivale lo ha abbracciato.

image

Era lui a dover essere consolato: il Masters lo aveva perso già un’altra volta soltanto allo spareggio, contro Sergio Garcia nel 2017. E non deve essere stata facile da mandar giù questa sconfitta al fotofinish dopo una vera impresa: aver recuperato in un giro 7 colpi di svantaggio e mettendo anche la testa avanti per pochi minuti. Il suo 66 finale contro il 73 di Rory racconta bene il rendimento dell’uno e dell’altro in questa memorabile giornata. Chapeau mr. Rose, ma evidentemente era destino che l’incomprensibile astinenza da Slam del giocatore tecnicamente più forte del mondo dovesse concludersi.

Related articles

You may also be interested in

Headline

Never Miss A Story

Get our Weekly recap with the latest news, articles and resources.
Cookie policy

We use our own and third party cookies to allow us to understand how the site is used and to support our marketing campaigns.