Covid, nel Regno Unito si inverte la curva: casi in calo da cinque giorni

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LONDRA – Sono dati provvisori. E con il coronavirus, si naviga a vista. Tuttavia, da qualche giorno a Londra, la prima città colpita duramente da Omicron in Occidente, e tra le meno vaccinate nel Regno Unito, arrivano dati positivi. Inoltre, nonostante il tragico record di 150mila morti di Covid tagliato l’altro ieri, anche a livello nazionale i casi sono scesi per il quinto giorno consecutivo. Ieri 141.472, su 1,8 milioni di tamponi, e 97 morti, ben lontani dalla stima di tremila morti al giorno dell’Imperial College di qualche mese fa. È il 18,5% in meno rispetto alla settimana scorsa, il calo più sensibile da novembre scorso, prima dell’arrivo di Omicron. E nei grafici prende apparentemente forma il fatidico “picco”.

Scuole aperte “senza alcun dubbio”

Il ministro dell’Istruzione, Nadhim Zahawi, ha detto ieri: “Spero che saremo il primo Paese dei più industrializzati a mostrare al mondo come si passa da pandemia a endemia”. Le scuole rimarranno aperte “senza alcun dubbi – ha aggiunto – e i test antigenici rimarranno gratis per tutti”. Ora il dottor Nick Davies, della London School of Hygiene and Tropical Medicine, sulle stime catastrofiche di qualche settimana fa, ammette: “Non sapevamo che Omicron fosse meno letale di Delta”. Secondo il ministro della Salute, Sajid Javid, “con le terze dosi di vaccino, c’è il 90% di possibilità in meno di andare in ospedale rispetto a Delta”. E un’altra buona notizia è che, stando a un ultimo studio della sanità britannica, il booster è efficace al 90% contro i ricoveri degli over 65 anche dopo almeno tre mesi. Nel Regno Unito, il 61,7% della popolazione vaccinabile (dai 12 anni in su) ha già ricevuto la terza dose, senza obbligo vaccinale, né Green Pass.

Immunità di gregge

Il virologo Matteo Bassetti in Italia lo ha detto: dopo oltre 200mila nuovi casi al giorno nel Regno Unito, “tra vaccinati e contagiati il 98% della popolazione ha anticorpi, l’immunità di gregge potrebbe essere raggiunta presto”. A Londra, almeno si spera, si potrebbe già aver scavallato il picco di contagi. Per Kevin Fenton, capo della Sanità pubblica della capitale, “è molto probabile”. Insomma, qualcuno vede la luce in fondo al tunnel di Omicron. I casi di coronavirus nella capitale britannica (20.853 ieri) sono scesi del 37% rispetto al picco del 29 dicembre scorso (33.136).

Nella capitale in discesa anche i ricoveri

Non solo. Anche i ricoveri in ospedale a Londra, dove uno su dieci è stimato essere infetto, stanno scendendo. Se fino a metà dicembre crescevano del 60% sulla settimana precedente, ora sono in calo da fine 2021: se il 29 dicembre erano oltre 500 giornalieri ora sono poco più di 300, con 4mila persone attualmente in cura. Mentre in media in Inghilterra stanno crescendo del 57% sulla settimana precedente, perché Omicron si sta spostando in nuove aree. La situazione in alcuni ospedali resta critica, a causa di un decimo del personale sanitario fuori per Covid. Ma, grazie agli straordinari vaccini e alla presunta letalità minore di Omicron, ci sono attualmente circa 18.454 ricoverati (di cui 868 in terapia intensiva) per Covid nel Regno Unito. Mentre nel picco di gennaio 2021 erano quasi 35mila.

Ma il rischio ora è per la popolazione più anziana

Ma ci vuole cautela, perché l’ondata di infezioni si sta spostando verso fasce della popolazione più anziane, dunque è possibile che registreremo più ricoveri e decessi nelle prossime settimane. Difatti, i casi di coronavirus a Londra negli ultimi giorni sono cresciuti esclusivamente nelle fasce 60-79 anni e over 80 anni, quelle più a rischio: si è passati da 20-30 casi circa ogni 100mila persone di inizio dicembre a 200 (fascia 60-79 anni) e 150 circa (fascia over 80 anni) di oggi. Insomma, la strada verso la normalità post Covid è ancora lunga e piena di insidie e incognite. Ma da Londra arriva una speranza.

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