ROMA – L’ardua scalata di Silvio Berlusconi al Colle è cominciata alle 16 di ieri, quando l’ex premier ha rimesso piede nella sua villa sull’Appia antica. Ad attenderlo il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani e, in serata, i capigruppo Barelli e Bernini. Dalla residenza romana che fu di Zeffirelli il Cavaliere vuole presiedere alle operazioni che, nei suoi piani, dovrebbero portarlo al Quirinale. Il primo passaggio ufficiale, il vertice con Salvini e Meloni, è destinato però a saltare. L’obiettivo dei maggiorenti del centrodestra era, infatti, quello di vedersi dopo la riunione del Pd, inizialmente prevista per domani ma slittata a sabato. Di conseguenza, anche l’appuntamento di Berlusconi con i suoi alleati dovrebbe essere rinviato alla prossima settimana.
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di Sebastiano Messina 11 Gennaio 2022
Le forze politiche di segno opposto si marcano a vicenda, mentre Matteo Salvini mette sul tappeto una proposta mirata a dare stabilità alla legislatura. Quella di un governo dei leader: “I partiti una volta eletto il presidente della Repubblica – dice a Porta a Porta – dovranno riflettere sul fatto che non valga la pena metterci gli assi di briscola. Tutti, dal primo all’ultimo”. Mossa che si attaglia alla conferma di Draghi a Chigi: ipotesi che il leader leghista, che ieri ha avuto un breve colloquio con presidente del Consiglio, predilige. Allo stesso tempo, Salvini fa sapere di attendere ancora che Berlusconi sciolga la riserva, delineando una situazione di incertezza che preoccupa Giorgia Meloni e i suoi, che da tempo auspicano che ci sia comunque un piano B.
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di Tommaso Ciriaco 11 Gennaio 2022
Ma Silvio Berlusconi è più che determinato a puntare dritto al Colle e in questi giorni conta di portare a termine una strategia che ha iniziato a prendere forma a settembre, quando – rifiutando in modo sdegnato una perizia psichiatrica chiesta dai pm del processo Ruby Ter – il presidente di Fi ha annunciato di voler rinunciare a partecipare alle successive udienze.
Aveva già in testa l’ultimo obiettivo politico della sua carriera. Il più alto. Di lì la ricerca di un accreditamento internazionale da parte dei vertici del Ppe e una serie di mosse per conquistare il consenso interno, incluse le smodate aperture ai 5Stelle che nel 2019 definiva “scappati di casa”. Vinte anche le perplessità interne di Gianni Letta e Confalonieri, Berlusconi ha continuato in una inusitata operazione di marketing per il Quirinale, passata dall’invio di opuscoli celebrativi per il suo compleanno e dai dipinti donati a diversi big della politica e delle istituzioni per Natale.
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di Concita De Gregorio 11 Gennaio 2022
Nel periodo delle feste è scattata una maxi-operazione di persuasione sul fronte interno di Forza Italia e su quello esterno, con telefonate anche a parlamentari di sponde politiche lontane. “Ha chiamato anche i miei…”, dice con fare sorpresoEnrico Letta. E dice la verità. Un esempio? A fine annoAndrea Marcucci, ex capogruppo del Pd al Senato, ha ricevuto direttamente sul cellulare, dalla viva voce dell’interessato, gli auguri del fondatore di Forza Italia: non l’aveva mai sentito prima. E poi frequenti incursioni nel corpaccione di altri partiti, conVittorio Sgarbinei panni del telefonista: Berlusconi, tramite il critico d’arte, ha parlato con una cinquantina di Grandi elettori, soprattutto del Misto, fra cui qualche 5S e molti ex grillini.
Una tattica di approccio senza grandi remore che ieri ha prodotto anche uno scontro con Matteo Renzi: il leader di Iv ha preso molto male la proposta di Fi di portare in aula la prossima settimana, alla vigilia del voto del Quirinale, la questione del conflitto di attribuzione nato dal caso Open: “Se pensate di ricattarmi in vista del Colle non avete capito con chi avere a che fare”, ha scritto Renzi in un messaggio inviato a un emissario di Berlusconi. Nel frattempo, per inciso, il Cavaliere – sempre tramite Sgarbi – si era autopromosso con un paio di deputati e un senatore di Iv.
Il nodo è la permanenza in vita dell’esecutivo. Letta apre alla proposta di Salvini di rafforzare la squadra (“Il patto di governo ha bisogno di nuove energie”, ha detto ieri a Di Martedì), è d’accordo sul fatto che Draghi resti premier ma rifiuta l’ipotesi di Berlusconi al Colle. Anzi aggiunge che questa candidatura blocca ogni trattativa. Per il segretario Pd “il bis di Mattarella sarebbe il massimo” mentre Salvini rammenta che il Capo dello Stato ha escluso la propria disponibilità. E su Giuliano Amato, nome non sgradito al Pd, il capo del Carroccio dice: “Non è nel parterre che ho in testa”. È l’ora dei veti incrociati, mentre il Cavaliere aggiorna il pallottoliere.